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di Otar Iosseliani, con Amiran Amiranachvili, Guio Tzintsadze
(Francia, 1996)
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L'autore delizioso di LA CACCIA ALLE FARFALLE regola i propri conti con la Patria che l'aveva cacciato. Ma non si limita alla Georgia natale: divide i suo film in tre parti, il Medioevo, gli Anni Trenta della rivoluzione che sappiamo, e quelli contemporanei dela nuova Mafia russa. Con gli stessi attori che passano da un passato remoto di torture "à la carte" alla contemporaneità altrettanto assurda dei cecchini che ricordano quelli di Sarajevo. Il tutto per dirci - certo a modo straordinariamente suo - che l'uomo non cambia: resta il medesimo con le sue ideologie che si trasformano in pretesti, le sue militanze che mutano in fanatismi, i suoi impegni che degenerano nella perversità. Ci aveva abituati, il personalissimo georgiano, ad una satira leggera, alla Tati. Qui quasi si lascia prendre la mano dall'indignazione, dalla rabbia e, forse, dallo sconforto. Il suo stile è allora forse meno equilibrato di altre volte: quando l'irrazionale irrompeva in un piccolo mondo armonico. Ma in questo affresco non poi cosi divertito sulla miseria nuova che trasforma il tutto in banditismo c'è il segno della sua impronta inconfondibile.
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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