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THE OLD OAK Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 30 novembre 2023
 
di Ken Loach, con Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson, Trevor Fox (Gran Bretagna, 2023)

Disponibile in streaming/VOD

 

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THE OLD OAK non è il film più originale di Ken Loach, ma il più urgente. A 87 anni, il più concreto dei cineasti umanistici del nostro tempo illustra la storia, umilmente reale, che si svolge in una cittadina qualsiasi della Gran Bretagna contemporanea.

Non un paradosso. Ma una vicenda che ci racconta per l'ennesima volta, nella sua semplicità (qualcuno parlerà naturalmente di ovvietà) che affonda le proprie radici nel quotidiano di ognuno di noi. Pochi sanno allora da sempre toccare le nostre coscienze come Ken Loach. Quando, come qui, ci dipinge l'accoglienza che il mondo anche più benevolo riserva ai migranti.

L'irriducibile cineasta britannico, con la sua semplicità, la sua incantata facilità nell'evitare il conformismo dei buoni sentimenti, racconta allora dell'accoglienza di un gruppo di rifugiati siriani in una borgata dell'Inghilterra settentrionale.

Un avvenimento come sappiamo non trascurabile quello che si accentrerà progressivamente nel vecchio pub Old Loak sede dei quotidiani habitués. Loach ci metterà del suo, e la conclusione non sarà necessariamente conformista. 

* Vogliate p.f. cliccare su www.filmselezione.ch per la lettura completa della raccolta di critiche cinematografiche FILMSELEZIONE di Fabio Fumagalli

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THE OLD OAK is not Ken Loach's most original film, but his most urgent. At 87, the most down-to-earth of the humanist filmmakers of our time illustrates the humbly real story that takes place in an ordinary small town in contemporary Britain.

Not a paradox. But a story that tells us for the umpteenth time, in its simplicity (some will naturally speak of the obvious), that it is rooted in the everyday life of each of us. Few can touch our consciences like Ken Loach. When, as here, he paints for us the welcome that even the most benevolent world reserves for migrants.

The irreducible British filmmaker, with his simplicity, his enchanted ease in avoiding the conformism of good sentiments, tells then of the reception of a group of Syrian refugees in a hamlet in northern England.

An event, as we know, not to be overlooked, that will progressively concentrate in the old pub Old Loak: the home of the daily habitués. Loach will put his own spin on it, and the conclusion will not necessarily be conformist.

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