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BARBIE Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 22 settembre 2023
 
di Greta Gerwig, con Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera (STREAMING) (Stati Uniti, 2023)

Disponibile in streaming/VOD

 

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Cavarcela alla spiccia? BARBIE non sarebbe altro che ulteriore pubblicità per una mitica bambola in calo di popolarità. Marchio di fabbricazione Mattel, che l'ha  mascherato da film femminista destinato, oltre ogni previsione a dilaganti platee non soltanto adolescenziali?

Quanto, lo sterminato parapiglia mediatico e finanziario (più di un miliardo di dollari nel mondo in un mese...) risulterà debitore nei confronti di una stimolante, innovativa illustrazione registica? Ottenuta, più che da una valorizzazione degli attori all'interno di una sceneggiatura progressiva e concisa, in un incessante andirivieni fuorviante.

Un inizio che prende a prestito l'indimenticabile incipit di 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO; risulterà allora in definitiva il miglior momento di un film che ci sorprende, ma per poco. Poi, non si potrà più che inseguirla l'impegnata, spesso superlativa, ma infine pure lei evanescente Margot Robbie, da subito Barbie Stereotipo. Una sommità per Barbie Land, l'universo dove vivono le bambole  tutte dallo stesso nome. Reinventate progressivamente dopo il 1945 dalla moglie Ruth di Elliot Handler assieme a Harold Matt Matson. Un universo fatato, o pernicioso secondo i punti di vista. Come quello della la nostra, che s'inebria abbeverandosi da una tazza di caffè vuota, quindi rinfrescandosi con una doccia riparatrice, ma priva d'acqua. Inquietandosi infine, quando i suoi miracolosi piedi di bambola inizieranno pericolosamente ad arcuarsi.

Saranno allora i primi passi obbligati verso il Vero Mondo, sempre più distanti da quel sole eternamente brillante che l'ha accompagnata? In California la bambola scoprirà il sessismo generalizzato, la doppiezza della Mattel. Che vorrebbe farla rientrare al più presto alla sua primitiva Barbie Land in compagnia del suo "uomo" Ken (Ryan Gosling). Lui, più preoccupato di ciò che si porta appresso: i segreti del patriarcato, quelli che i due d'imporre nella loro Barbie Land.

Come la sua bambola magica  Margot Robbie, l'autrice della sceneggiatura, la Greta Gerwig di LADY BIRD e PICCOLE DONNE si sta pero' allontanando sempre di più dalle Barbie che abbiamo conosciuto. Così come capita con tutto ciò che destava meraviglia ai nostri occhi, la fotografia di Rodrigo Prieto, le scenografie di Sara Greenwood. Non a caso: ill film appartiene ormai sempre più all'associata Mattel/Warner Bros. La volonterosa Margot Robbie resta allora sola, BARBIE il film svela allora le sue troppe facce che finiscono per distrarci.

* Vogliate p.f. cliccare su www.filmselezione.ch per la lettura completa della raccolta di critiche cinematografiche FILMSELEZIONE di Fabio Fumagalli

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Get away with it? BARBIE would be nothing more than further publicity for a mythical doll in decline in popularity. Made by Mattel, who disguised it as a feminist film intended, beyond all expectations, for widespread audiences, not just teenagers? How much, the endless media and financial hoopla (more than a billion dollars worldwide in one month...) will be indebted to a stimulating, innovative directorial illustration? Obtained, rather than by an enhancement of the actors within a progressive and concise screenplay, in an incessant misleading back-and-forth.

A beginning that borrows the unforgettable incipit of 2001: A SPACE ODYSIS; it is then ultimately the best moment of a film that surprises, but only briefly. Then, one can only chase after the committed, often superlative, but finally evanescent Margot Robbie, from the outset a Stereotype Barbie. A summit for Barbie Land, the universe where dolls with the same name live. Progressively reinvented after 1945 by Elliot Handler's wife Ruth together with Harold Matt Matson. A fairy universe, or pernicious depending on your point of view. Like that of ours, which intoxicates itself by drinking from an empty coffee cup, then refreshing itself with a restorative shower, but without water. Finally getting restless when her miraculous doll feet begin to arch dangerously.


Will they then be the first obligatory steps towards the True World, increasingly distant from that eternally brilliant sun that has accompanied her? In California, the doll will discover the generalised sexism, the duplicity of Mattel. Who would like to return her as soon as possible to her primitive Barbie Land in the company of her 'man' Ken (Ryan Gosling). He, more concerned about what she brings with her: the secrets of the patriarchy, the ones the two of them impose in their Barbie Land.

Like her magic doll Margot Robbie, the author of the screenplay, the Greta Gerwig of LADY BIRD and LITTLE WOMEN is, however, moving further and further away from the Barbies we have come to know. As it happens with everything that aroused wonder in our eyes, Rodrigo Prieto's photography, Sara Greenwood's sets. Not by chance: the film now belongs more and more to the Mattel/Warner Bros. associate. The willing Margot Robbie then remains alone, BARBIE the film then reveals its too many faces that end up distracting us.

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