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di Bruno Podalydes, con Denis Podalydes, Jeanne Balibar, Isabelle Candelier
(Francia, 1998)
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Il cinema di Podalydes è quello dell'indecisione. Ed il protagonista di questo suo primo lungometraggio (ignominiosamente ignorato dalla Giuria dell'ultimo festival di Locarno), il fratello Denis, esilarante Pierrot alla Benigni al quale lo spasso del film deve moltissimo, lo vediamo all'inizio occuparsi dei votanti in un seggio elettorale. Più per scoprire nome ed indirizzo di una bella intravista nel quartiere che per attitudini a quell'atto decisionale: lui che (come recita il titolo) si rifugia ogni giorno a nascondino con il buon Dio. O, se preferite in un monologo con la propria coscienza: convinto cosi di poter nascondere al mondo le mille bugie, gli infiniti sotterfugi che gli permettono di evitare di esporsi. Di scegliere: a cominciare, tra Sofia l'infermiera simpatica, Corinna la poliziotta libertina e Anna la giornalista sensuale fra le quali ovviamente esita; e che, siamo nel duemila, lo ricambiano più o meno ferocemente. Per continuare, nell'ossessione di una calvizie incipiente, di una Guantanamera dilagante, di una voglia di colloquiare con gli struzzi con altre ben più anodine tergiversazioni, tutte per lui comunque altamente drammatiche: essere pro o contro il castrismo, come pure a favore o contrario alla raclette. Mescolando con disinvoltura Tati eTintin, Capra eTruffaut l'irresistibile simpatia di DIEU SEUL ME VOIT non nasce, inutile sottolinearlo, dal caso. Ma da una disciplina grafica che ha saputo far suo il meglio del fumetto, un senso innato del crescendo e della ripetizione che conduce all'effetto comico, un'organizzazione delle singole situazioni in una visione che riflette un'assurdità di vita tutta nostra.
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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