DUE FRATELLI
(DEUX FRERES) |
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di Jean-Jacques Annaud, con Koumal, Sangha Guy Pearce, J. C. Dreyfus
(Francia, 2004)
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Non sarà per calcolo, ma il procedimento è quello che valse a Jean-Jacques Annaud l'enorme successo di L'ORSO. Da una parte due animali umanizzati, con i quali identificarci: antropoformismo, rappresentazione dell'animale che imita il comportamento dell'uomo. Dall'altra, uomini animaleschi, cacciatori spietati, avventurieri corrotti, politici arrivisti e cinici. La suprema eleganza delle tigri contrapposta alla volgare cupidigia degli uomini. Alle prime ci si avvicina entrando in un rapporto cosmico con l'infinitamente piccolo: i cuccioli che cercano di afferrare la solita farfalla, la noce di cocco da farsi rotolare fra le zampe. E mugolii allusivi, occhiate languide: alle quali possiamo far esprimere quanto serve al momento, esultanza o sofferenza, tenerezza o aggressività. Ai secondi ci si adegua attraverso un infinitamente grande, che sottolinei lo scadere della loro statura: qui i rinvii culturali della sontuosa pianura nella giungla che circonda i templi di Angkor, che i colonialisti vogliono deturpare con vie di comunicazione e calcoli vari. DUE FRATELLI verrà allora gradito secondo l'ottica del bicchiere mezzo vuoto. L'abilità, la sfida ingenua e coraggiosa di favoleggiare con delle belve soltanto in parte addomesticate o relativizzate dai sotterfugi digitali; o la povertà di una finzione, una costruzione drammatica, delle psicologie debili. L'impegno anche ecologico in difesa di nobili specie in via di estinzione; o il buonismo di una visione ai confini della caricatura se non dell'ipocrisia.
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Il film in Internet (Google)
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 Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
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capolavoro
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