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DRACULA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 13 dicembre 1979
 
di John Badham, con Frank Langella, Laurence Olivier, Kate Nelligan, Donald Pleasence (Gran Bretagna - Stati Uniti, 1979)
 

John Badham è l'autore della Febbre del sabato sera, un film che ha fatto molti soldi e che permette ora al regista di ottenere carta bianca dai produttori. E' una legge vecchia come il cinema. E, infatti, il Dracula di Badham è senza dubbio il più ricco di una storia famosa, che da Murnau e Dreyer giunge fino ad Herzog. Sono soldi, diciamolo subito, non del tutto sprecati, perché Badham dimostra qui di saperci fare anche senza Travolta ed il travoltismo.

Con gli anni il conte Dracula che al calare del sole diventa Nosferatu si è fatto sempre meno spaventoso: se nel Nosferatu di Herzog era un essere solo e disperato, qui, nell'interpretazione del fascinoso Frank Langella, diventa addirittura seducente. E Badham ha avuto l'intuizione di trasformare il suo Dracula da un film d'orrore scontato in un gioco sottile, nel quale l'erotismo si coniuga abilmente con il mistero della morte. Lo spettatore finisce così col vedere rimessa in causa continuamente la propria identificazione, in un movimento alternato di partecipazione e di repulsione. Preciso nella costruzione del film, soprattutto in quella dell'ambiente, Dracula si iscrive dignitosamente in un filone in auge, quello del cinema fantastico.

Cavalli bianchi nei cimiteri e ragni che pazientemente tessono la loro tela in attesa della vittima concorrono, più dei tradizionali marchingegni del genere (pipistrelli, denti falsi, spicchi d'aglio e crocifissi), a proiettare il film in una dimensione a tratti affascinante. Come nel recente film di Herzog, anche qui il vampiro non muore: bruciato dalla luce del sole si reincarna in un pipistrello che scompare all'orizzonte. Coi tempi che corrono, ovviamente, è difficile credere che basti qualche amuleto e tanta buona fede per vincere il Male. Ma è proprio da questa indistruttibilità che il film, perlomeno nei suoi momenti migliori, trae motivo di riflessione, e diventa qualcosa di più di un semplice pretesto di decorazione.

Di momenti, purtroppo, ce ne sono anche di meno esaltanti. Ed è quando il film scade nel grandguignol degli occhi iniettati di sangue, le gole squartate e le facce illividite dalla cartapesta. Ma, fondamentalmente, Badham racconta la sua storia con mano creativa e spesso felice: se questo suo Dracula farà la sua parte nelle regole del box-office c'è da credere che il suo autore riuscirà a convincerci definitivamente di non essere soltanto un regista-disco.


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