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di Rainer Frimmel e Tizza Covi
(Austria - Italia, 2016)
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Non è forse il film più trascendentale fra quelli passati finora in concorso. Ma quello che ha creato l’unanimità, sollevato l’entusiasmo generale a Locarno 2016. Il che conta. Una di quelle opere che nascono d’istinto, dal talento e nella felicità; e che di conseguenza vanno dirette alla ragione e al cuore. Ci eravamo forse dimenticati che nel 2012 la pellicola più umanista di quell’edizione, DER GLANZ DES TAGES, aveva rivelato a Locarno due straordinari attori, Walter Saabel e Philipp Hochmair. Interpretavano il rapporto, curioso e poetico, fra un vecchio domatore d’orsi e suo nipote, celebre attore di teatro austriaco che nel film incarnava sé stesso. La cosa si è riproposta: ancora l’universo circense, il giovane domatore Tairo, stavolta di leoni, l’uomo più forte del mondo che forse riuscirà a raddrizzargli il ferro di cavallo bene augurante. Rapporti imprevedibili, nell’ambiente periferico che va in malora come i suoi adorati animali; e interazioni sorprendenti, talvolta consolatorie, che possono pur sempre ricrearsi nel corso di una vita. MISTER UNIVERSO viaggia così all’incontro dei suoi disparati lidi: il documento e la narrazione, la constatazione sociale e la poesia, la ricerca della verità e l’affetto per i personaggi. In un disordine che ha una sua logica poiché riflette quello dell’esistenza.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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