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TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL SESSO MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE
(EVERYTHING YOU ALWAYS WANTED TO KNOW ABOUT SEX BUT WERE AFRAID TO ASK)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 20 marzo 1975
 
di Woody Allen, con Woody Allen, Lynn Redgrave, Anthony Quayle, John Carradine, Burt Reynolds, Gene Wilder, Tony Randall, Louise Lasser (Stati Uniti, 1972)
 
Terzo film (1972) dell'attore-regista Woody Allen, il solo talento comico apparso nel cinema americano da dieci anni a questa parte. E forse il suo migliore, dopo il primo e strabiliante per numero di trovate, TAKE THE MONEY AND RUN rivelato (ma si…) dal nostro festival di Locarno. Superiore comunque a THE SLEEPER (IL DORMIGLIONE) che, pur essendo stato girato un anno dopo, è arrivato prima (si fa per dire) sui nostri schermi, grazie ai misteri allucinanti della distribuzione cinematografica svizzera.

Occorre ripetersi sul fatto che proiettare un film di Woody Allen non in inglese è un puro controsenso. Tutta la sua comicità, tutto quello che di nuovo c'è nel suo mondo comico, viene dalla parola. Ed è sulla parola, sul linguaggio, che non solo nasce la ragione della comicità, ma che si articola l'immagine. Nei film di Allen prima viene la battuta, impregnata di quell'humour ebreo nuovayorchese dove domina l'assurdo, la frustrazione ed anche la poesia. Poi, sul ritmo e sul clima instaurato dalla battuta, si sviluppa la visione cinematografica, la gags visiva. Ovvio, che snaturando con il doppiaggio non solo il senso, ma il ritmo, il suono del dialogo, venga a cadere quel legame prezioso parola-immagine.

La quale, ed in questo TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE risulta assai chiaro, è lungi dall'essere banale. Basti citare, ad esempio, con quale intelligenza satirica propriamente visiva Allen ambienta l'episodio della donna frigida, che è sicuramente ispirato dai film italiani sul sesso. Oppure l'illustrazione di quello sul dottore demente, interpretato benissimo dal vecchio attore di John Ford, John Carradine, che Allen filma in uno stile corrosivamente polanskiano, e simile a quei filmetti sull'orrore che passano alla televisione. O ancora, nel primo episodio, come ricrea il clima di certi Decameroni a buon mercato.

Dove comunque l'indubbia arte cinematografica di Allen è evidente (della sua originalità di comico non si discute) è nello splendido finale del film, fantastico viaggio comico-fantascientifico all'interno del corpo di un individuo che si sta preparando ad un coito. Anche qui Allen pasticcia un preciso momento del cinema (IL VIAGGIO FANTASTICO di Richard Fleischer) ma soprattutto allea il comico al fantastico con una facilità estrema, dove tutto gli riesce esemplarmente, l'effetto tecnico come quello umoristico.

E l'attore Allen, vestito da spermatozoo in attesa di essere paracadutato da un incredibile apparato fantascientifico sapete dove, è un momento sicuramente marcante delle sequenze comiche del cinema. Con tutto ciò il linguaggio del regista Allen rimane discontinuo, proprio come la sua ispirazione comica, che è vulcanica e giocata su corde tese, e quindi non certamente misurata.

A parte certi momenti ingiudicabili, per le ragioni di doppiaggio, come quello del gioco televisivo (dove, caso unico, il carattere umile, sottomesso della satira di Allen, si fa quasi violento e feroce) altri sono assai deboli, vedi quello del travestito. Genio e sregolatezza, in proporzioni che ogni nuovo film sembrano rimettere in discussione, rimangono le caratteristiche tipiche del cinema di Woody Allen


   Il film in Internet (Google)
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