Questa "casa di vetro" non è soltanto la prigione. Ed il film di Tom Gries qualcosa di più della tradizionale denuncia del sistema carcerario, inteso come repressione e vendetta della società.Il suo merito è di ricreare all'interno della prigione quel processo di corruzione della società che avviene fuori, nel mondo "normale". Il traffico di droga, la complicità dei secondini e delle gerarchie carcerarie, su su fino al direttore, il "silenzio" che guida questa sopraffazione non sono altro che la medesima omertà, lo stesso processo di degradazione che una società "sana" vede compiersi all'interno di se stessa da parte delle forze del male.
Gries, con una regia semplice, priva di accentuazioni teatrali che avrebbero reso il romanzo di Truman Capote (co-autore della sceneggiatura) soltanto teorico, raggiunge lo scopo di mostrarci, nel modo più efficace, la linearità di questo discorso.