Nata male (con una vittima leggendaria del maccartismo come Abraham Polonsky che dichiara " tolgo il mio nome dalla sceneggiatura: questo è un film che viola le mie convinzioni estetiche, politiche , morali " ), proseguita alla meno peggio, con il produttore Winkler ( non un pivello: MISSION e GOODFELLAS... ) che con immagini prudenti decide di metterla in scena lui stesso. Cosi, la vicenda esemplare della celebrità hollywoodiana inquisita, e doviziosamente scannata sull’altare del miserabilismo politico poggia tutta sulle spalle di Michael Ballhaus, l'operatore di Wenders e Scorsese, in giuria a Locarno quest’estate.
Sopratutto di Bob de Niro; che s’infila a testa bassa in un personaggio tanto eroico da sembrare alla fine quasi balordo. Quella su Hollywood che inquisisce sé stessa rimane davvero una storia ancora tutta da fare.