A cavallo fra la constatazione anche tragica, talvolta patetica del dopoguerra neorealistico, degli accenni al grottesco se non alla comicità della commedia all'italiana, un affresco finalmente puntuale e a tratti feroci delle contraddizioni dell'Italia mussoliniana all'8 settembre del 1943. La migrazione dal nord al sud dei "disertori" sempre più allo sbando ma nel contempo sempre più coscienti è resa in modo efficace grazie alla sceneggiatura in crescendo di Age & Scarpelli; allo sfondo in rovina e la resa degli attori. Primo fra tutti un maestro in quel genere di fluttuazione, il grande Alberto Sordi. Uno dei film più equilibrati e ispirati di Comencini.