Fumagalli
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Potere (quanto sottovalutato!) di una sceneggiatura. Tentativo non inedito nel cinema italiano (da Francesco Rosi a Elio Petri, a Damiano Damian, a Matteo Garronem e via dicendo)i d'immersione nell'universo mafioso, qui nella ndrangheta con le sue conseguenze ancestrali sui nuclei famigliari oltre che sociali, questo terzo lungometraggio di Francesco Munzi (Migliore Opera Prima a Venezia nel 2004 con Saimir) ne è un ottimo esempio. I tre fratelli coinvolti progressivamente nell'Aspromonte calabrese in una di quelle successioni che dalla diffidenza reciproca conducono rapidamente alla violenza, quindi alla vendetta e infine a una sorta di disgregazione reciproca non sono mostrate nel segno dell'azione e dello spettacolo superficiale. Ma di una verifica condotta nell'intimità dei personaggi, fatta di silenziosa, partecipe osservazione, di tempi lunghi che si dilatano e eternizzano nello sfondo ambientale; complice anche il rispetto per l'autentica parlata calabrese (tradotta dai sottotioli). Una tragedia antica, una sua persistenza nella modernità, che la progressione perfetta della sceneggiatura rende avvincente.
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In proiezione:
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Articolo:
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Alla TV:
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Uscita in DVD:
Sì
No
Streaming:
Sì
No
Dall'archivio:
Sì
No
Datarecensione:
(es. 31/12/01)
Datainserimento:
(es. 31/12/01)
Visionamento:
Numero:
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