Geniale o pasticciato a seconda dei gusti, CLOUD ATLAS è un marchingegno di sfrenata ambizione. Giudicate già voi un intreccio di sei storie, sei epoche, sei generi, sei stili diversi, un gruppo di attori che evolvono sostituendosi a vicenda nei vari ruoli; sono 165 minuti, per spaziare dal 1849 su un veliero nel Pacifico al 2346, quando scopriamo che esistono sempre i cannibali. Per precauzione o preoccupazione, visto i soliti cento milioni investiti, si è pensato a ben tre registi: i due fratelli Wachowski della non unanimamente celebrata serie filosofico-visionaria dei MATRIX, più l'autore tedesco generalmente sopravvalutato di LOLA CORRE, Tom Tyker. Il risultato non poteva essere che da rompicapo. Talora incomprensibile, a volte conseguente (ogni gesto, a somiglianza di quel celebre battito d'ali della farfalla, provoca una serie di connessioni nel tempo, nello spazio ma pure nelle morali) lo sterminato mosaico evita a fatica di rimanere vittima delle proprie pretese. L'illustrazione è più che preziosa, ma arrischia ad ogni istante di divagare. E' allora il montaggio, visto l'ardire dei parallelismi, ad assumersi il compito più encomiabile: asciugare progressivamente la drammaturgia degli episodi contribuendo cosi a renderli più coerenti. O quasi.