C'è molto dei procedimenti di Sergio Leone nell'iperbolica, sontuosa regia di Jonnie To. Gli stilemi di un genere, le rovine di una cultura assemblati nella sublimazione del segno; allegorie postmoderne nelle quali si riflettono le piaghe del tempo, i soldi e la corruzione, la violenza e la sopraffazione. Poi, sulla vicenda dei campioni di judo in disfacimento e dell'aspirante soubrette sarà meglio ripassare. Insomma, se della faccenda magari ci può interessare (e capire) poco, ogni piano del film - a livello di illuminazione, colore, taglio dell'immagine - è una meraviglia dell'immaginazione.