Fumagalli
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Quattro miliardi di morti, le acque del mare che sommergono il pianeta (ad eccezione, a dire il vero, della sommità dell'Everest), la solita iettatura maya che preannuncia la fine del mondo per il dicembre 2012, un riscaldamento della crosta terrestre che provoca la deriva delle placche continentali con conseguenti terremoti e tsunami, lo spostamento del polo Sud nel bel mezzo del Wisconsin; e la costruzione in Cina di una mezza dozzina di arche gigantesche, destinate ai privilegiati della terra che verranno poi sbarcati sulla sola terra rimasta all'asciutto e bella pronta da colonizzare l'Africa. Qualcosa di strabocchevole, anche per Hollywood.
Da quando si è svegliato una mattina del 1996 con l'idea di rappresentare la propria visione apocalittica in INDEPENDENCE DAY, Roland Emmercih rifà sempre il medesimo film; con un savoir faire nel genere indubbiamente superiore alla media. E un quoziente intellettuale scenaristico e ideologico discretamente al disotto della stessa. Basti dire che dal macello generalizzato si salvano, oltre a ricchi e politici, qualche buon padre di famiglia, non però un valente poveraccio che ha la sfortuna di esserlo soltanto d'adozione, poche consorti purché dotate di profilo gradevole, una manciata di ragazzini, ma solo in quanto dotati di buon senso e iniziativa scout ereditati dai pionieri dei bei tempi. Realizzando forse di situarsi ai confini del cretinismo, gli autori la mettono pure sull'etico, ed è quasi peggio: il Presidente (nero, anche se lo script iniziale prevedeva fosse una donna ) che rinuncia alla trasferta errando per le strade di Washington, o il miliardario mafioso russo che si sacrifica per il bene comune stridono a tal punto con l'imperante buonismo da consolidare il ridicolo.
Pure 2012 può anche divertire, nella buona tradizione del cinema inteso come baraccone circense. L'intelligente fusione fra gli effetti digitali e le faraoniche riprese realistiche produce risultati strabilianti. E quando non basta la Sistina che si sgretola sui cardinali e la basilica che crolla su piazza San Pietro (per evitare fastidi si è deciso di censurare una sequenza gemella alla Mecca), il Cristo di Rio che va in briciole e la Casa Bianca fra le onde, subentra allora tutta una logica surreale da videogioco a far quadrare (in parte) i conti del non senso imperante.
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Datarecensione:
(es. 31/12/01)
Datainserimento:
(es. 31/12/01)
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