Fumagalli
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Il bar dei vitelloni nella Bologna del 1954, con Abatantuono prepotente e ambiguo capoccia leader al biliardo, l'illibato Neri Marcoré che s'imbarca per la prostituta di lusso Laura Chiatti, uno strambo erotomane Luigi Lo Cascio con gli occhiali per scrutare sotto le vesti delle passanti, una curiosa Luisa Ranieri che insegna al nonno qualcosa di più dell'uso del pianoforte, Fabio De Luigi cantante balbuziente che sbarca a San Remo, Katia Ricciarielli rappresentante di calze da uomo Pupi Avati abbandona la Storia con la maiuscola che gli aveva causato più di un disguido nel precedente IL PAPÀ DI GIOVANNA (malgrado il Leone veneziano a Silvio Orlando) per quella con la minuscola che gli riesce, in definitiva, tanto meglio. Proprio come all'omino che vediamo filmare con la cinepresa amatoriale.
È un amarcord sapido di vita, spesso divertente, talvolta graffiante, dal quale è ingiusto pretendere più di tanto. Perché, forse da sempre, Avati è bravissimo a cogliere i suoi attori feticcio all'interno di mini-situazioni, momenti dai toni privilegiati, intuizioni delicate e anche poetiche sul flusso delle sue musiche predilette. Poi, magari, si fa più prevedibile quando si tratta di portare innanzi una storia meno episodica delle altre. L'incanto si spezza, ma perché fare i difficili e non godere quegli istanti così presenti?
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Articolo:
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Alla TV:
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Uscita in DVD:
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Streaming:
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Dall'archivio:
Sì
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Datarecensione:
(es. 31/12/01)
Datainserimento:
(es. 31/12/01)
Visionamento:
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