Opera tra le più ambiziose di Chabrol, che continuamente vuol trasferirsi dal piano del supense a quello metafisico di una ricerca astratta sui rapporti amore odio, bene e male che uniscono i protagonisti. Ricerca che coinvolge anche lo stile: lentezza delle panoramiche, dettagli simbolici, commento musicale determinante. Ma la conoscenza di Chabrol rimane ad un livello distaccato, da saggio teorico. Con il risultato che il film manca di unità di stile, pencolando da momenti descrittivi naturalistici (la visita alla casa dei contadini) ad altri, come il finale, di un pesante simbolismo. Chabrol ha un grande amore per il cinema: ma non sempre passione e lucidità vanno d'accordo.