Fumagalli
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Il cinema americano detiene da sempre un segreto che le altre cinematografie faticano a scoprire: quello di trasformare il metallo più banale in qualcosa che assomiglia all'oro. E ciò grazie al mistero, sondabile ma non per questo meno affascinante del mito della Star.
Senza la presenza di Jeff Bridges e Michelle Pfeiffer, BAKER BOYS altro non sarebbe, infatti, che un'onesta divagazione in chiave soft-musicale su di un tema di non trascendentale originalità: il condizionamento psicologico esistente fra due fratelli. E il mutamento di questo rapporto di forze in seguito all'apparizione di un terzo elemento, indovinate quale, la donna. Di una donna, ancor più ovviamente, dalla carica seduttiva ormai consegnata alla leggenda.
Bastano Michelle Pfeiffer e Jeff Bridges a rendere memorabile un film? Bastano: se lei s'appoggia contro di lui, cantando MAKING WHOPEE, sdraiata sul pianoforte. Bastano: se dopo novanta minuti d'esitazioni, lei decide di lasciarsi massaggiare la schiena indolenzita da lui: sempre appoggiati al solito piano, ma nell'immenso salone del grandhotel, quand'è ormai sfollata la folla del veglione di fine d'anno.
L'apparizione sul pianerottolo di Marylin, gli occhi negli occhi di Bogart, Gable, Cooper o Rourke con Lauren, Vivien, Ingrid o Kim non erano necessariamente inquadrati da film magistrali. Così l'aria stanca, ma l'occhio desto da gran looser del più sontuoso dei Jeff Bridges (signore, non dite che non vi ho avvisato), così le labbra più rosse e la pelle più bianca dai tempi di Veronica Lake (signori, eccetera) bastano, e avanzano.
Steve Kloves, beato lui, avrebbe potuto limitarsi a fare il guardone: sul filo dei motivi di Ellington e Sinatra fa uso invece di contrappunti sapienti. Di quegli abbandoni, quelle sorte di adeguate cadenze, sorte di pause e silenzi che si protraggono oltre il lecito: e che permettono agli attori di lasciarsi andare, di badare a loro stessi. Con quel poco che basta di narcisismo: che permette, se tutto va bene, di accedere al mondo privilegiato delle Star.
Questo BAKER BOYS, l'avrete compreso, non è un grande film: è un film che fa diventar grande, nella memoria dello spettatore, il profilo dei propri personaggi. Filmando lo spleen che governa questi suoi personaggi Steve Kloves, e scusate se è poco, li ha fatti entrare nella leggenda: fosse anche soltanto quella leggenda che fa appuntare alla parete, la foto del bello (e della bella). Insomma: una stella per il film, una per Michelle ed una per Jeff.
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Datarecensione:
(es. 31/12/01)
Datainserimento:
(es. 31/12/01)
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