Fumagalli
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Da quando girò, nell'ormai lontano l969, quel film mitico che tutti sanno, EASY RIDER, Dennis Hopper ha avuto un mucchio di problemi. Ma, soprattutto, non si è mai liberato di un'idea fissa: quella di saper tutto dei problemi giovanili negli Stati Uniti. Ora, per qualcuno che la sa lunga, il discorso di COLORS appare assai confuso: una sceneggiatura inesistente, una mancanza totale di progressione drammatica fanno si che alla fine uno ne sa come prima sulle intenzioni dell'autore.
Cosa avrà voluto dire: che tra il piedipiatti (come dice, in una delle tante assurdità, il doppiaggio italiano; ma avete già sentito qualcuno, voi, chiamare piedipiatti un poliziotto?) intelligente e comprensivo, e quello sadico e fascista ci va di mezzo il primo?
Restano, tra le strombazzate elettroniche di Herbie Hancock (uno dei più grandi pianisti di jazz moderno che scrive delle partizioni cinematografiche di un conformismo desolante), quelle tranches de vie di giovani chicanos per le strade di Los Angeles, che si significano con una certa qual autenticità (turandoci le orecchie, una volta ancora, alla presunzione del doppiaggio, che a colpi di vaffanculo tenta pietosamente di tradurre la parlata dei neri americani).
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Uscita in DVD:
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Dall'archivio:
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Datarecensione:
(es. 31/12/01)
Datainserimento:
(es. 31/12/01)
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