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IL SOL DELL'AVVENIRE
(A BRIGHTER TOMORROW)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 26 maggio 2023
 
di Nanni Moretti, con Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Mathieu Amalric, Jercy Stuhr (Italia, 2023)

Disponibile in streaming/VOD

 

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No, Nanni Moretti non è più quello di tre anni fa, quello incupito di TRE PIANI. Sembra ritornato, a settant'anni, quello nel 1978 del suo secondo lungometraggio, ECCE BOMBO. Già allora selezionato a Cannes, dove ci induceva a scrivere che, a condizione di non lasciarsi stritolare da un certo cinema di evasione dilagante, sarebbe stato l'autore ispirato di un futuro cinema italiano. Con pò di goliardia, ma già la sua grande arma, l'auto-ironia; e, alle spalle, Buster Keaton, Woody Allen, pure Fellini..  

Certo, oggi Moretti è anche melanconico, confrontato com'è con tre minacce di scomparsa: il comunismo, la coppia e il cinema. Con il primo indossa in IL SOL DELL'AVVENIRE una delle sue vesti preferite, quella irresistibile del cineasta nevrotico. Strattonato com'è, in quei ribollenti Anni Cinquanta vivacemente rievocati (e il sottofondo di Tenco, De André, Battiato), fra il proprio affetto alla narrativa sovietica e la sdegnata partecipazione all'invasione ungherese. La leggerezza nei confronti di quei tre temi è allora solo apparente; traduce una esigenza che ha segnato tutto il cinema di Moretti, trascendere il proprio confronto con la realtà, a cominciare da quella politica.

Non a caso allora il protagonista si chiama Giovanni, il vero nome di Nanni. Cineasta settantenne, ha tutte le ragioni per ritrovarsi ai confini di un esaurimento: sua figlia si è innamorata di un sessantenne polacco, la moglie (una bravissima, al solito, Margherita Buy) non solo vuole lasciarlo. Ma ha deciso di investirsi in un thriller dalle connotazioni estreme, prodotto da un Mathieu Amalric spassosamente di malaffare. Mentre al regista Giovanni, che pensava di finalmente dirigere un film politico , non rimane che scoprire come le nuove generazioni nemmeno erano a conoscenza del fatto che in Italia fossero esistiti dei comunisti.

Così, tra riferimenti personali, comicità ritrovata, nostalgia e premonizione, intimità di riflessioni che coinvolgono ben più di una generazione, IL SOL DELL'AVVENIRE acquista il peso di una emozione intensa, a coronare una progressione filmica inimitabile.

* Vogliate p.f. cliccare su www.filmselezione.ch per la lettura completa della raccolta di critiche cinematografiche FILMSELEZIONE di Fabio Fumagalli

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No, Nanni Moretti is no longer the one of three years ago, the darkened one of THREE PLANES. He seems to be back, at seventy, the one in 1978 of his second feature film, ECCE BOMBO. Already then selected for Cannes, where he led us to write that, provided he did not let himself be crushed by a certain rampant escapist cinema, he would be the inspired author of a future Italian cinema. With some goliardia, but already his great weapon, self-irony; and, behind him, Buster Keaton, Woody Allen, even Fellini..  

Of course, today Moretti is also melancholic, confronted as he is with three threats of disappearance: communism, the couple and cinema. With the former he wears one of his favourite garments in A BRIGHTER TOMORROW, the irresistible one of the neurotic filmmaker. Torn as he is, in those seething 1950s vividly evoked (and the background of Tenco, De André, Battiato), between his affection for Soviet fiction and his disdainful participation in the Hungarian invasion. The levity towards those three themes is then only apparent; it translates a need that has marked all of Moretti's cinema, to transcend his own confrontation with reality, starting with the political one.

It is no coincidence then that the protagonist is called Giovanni, Nanni's real name. A seventy-year-old filmmaker, he has every reason to find himself on the verge of a breakdown: his daughter has fallen in love with a sixty-year-old Polish man, his wife (a very good, as usual, Margherita Buy) not only wants to leave him. But she has decided to invest herself in a thriller with extreme connotations, produced by a hilariously bad-tempered Mathieu Amalric. While director Giovanni, who thought he was finally directing a political film, has only to discover how the new generation was not even aware that communists existed in Italy.

Thus, amid personal references, rediscovered comedy, nostalgia and premonition, and the intimacy of reflections involving more than one generation, A BRIGHTER TOMORROW acquires the weight of an emotion to crown an inimitable filmic progression.

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