Ma, probabilmente, l'aria che tira finisce per avere la meglio sulla fragilità di alcune buone predisposizioni. Cosi, questa riproposta del film a sketch erotico-ridanciano (la Bellucci posseduta, contrariamente alle locandine in modo cosi soft da rendere imbarazzante la cosa da un suo paziente su sedia a rotelle, l'evanescente Barbara Bobulova alle prese con una stiracchiata inseminazione artificiale a Barcellona, Rubini e Albanese in una parentesi gay messa li apposta a far da par condicio, un Carlo Verdone più impacciato del suo over cinquantenne alle prese con la ragazzina) vanifica le eventuali ambizioni di far più sul serio: affrontando procreazione assistita, matrimonio fra omosessuali, evasioni extraconiugale. Spremi invece quel tutto e ti ritrovi, oltre all'assenza di comicità, la trasgressione da platea televisiva che conduce, non tanto paradossalmente, al politicamente corretto.