L’attenzione alla condizione umana, ma nel contempo il rispetto di uno stile, di una struttura estetica, anche non appariscente, che valorizzi l’apparente modestia dell’aneddoto ingigantisce questa storia piccola: un modestissimo ferroviere al quale capita di trovare un sacco di banconote sparse lungo i binari. Che la sua onestà finisca per procurargli più guai che onori fa parte di una traduzione consolidata.
Ma la restituzione del malloppo alle autorità muta la favola in dramma: in una progressione dapprima comica, poi assurda, quindi violenta. Mentre la farsa svicola ben presto nella denuncia del cinismo e della corruzione; di una sopraffazione sociale e politica che si è fatta sistematica.
La commedia si fa anche brutale; senza che il discorso di Kristina Grozeva e Petar Valchanov si discosti da un tono diretto e sincero con lo spettatore. Non è da tutti.
(In Concorso al Festival di Locarno 2016)