Dopo la delusione provocata a partire dal poco ispirato, oltre che sbrigativamente liquidato Promettimi ( Zavet), l'impressione è che il grande regista serbo abbia afferrato al volo il desiderio di cambiare registro. L'idea ci appare ottima, dopo aver constatato non solo la vivacità, ma anche l'emozione che scaturisce da questo suo ultimo El Pepe, una vida suprema, presentato alla Mostra di Venezia 2018.
Un documentario, un’intervista, ma soprattutto quasi un atto d'amore fra il focoso regista serbo e l'icona sudamericana del socialismo. José Mujica, ex presidente uruguaiano, oggi ottantatreenne dopo essere stato alla testa del suo Paese dal 2010 al 2015. Ed aver sofferto prigione e tortura a causa della sua attività di guerillero negli anni della dittatura tra il 1973 e il 1983.
A dir poco, Mujica e Kusturica si devono essere piaciuti. Non solo ciò traspare da ogni angolazione del film, ma ne costruisce progressivamente l’ossatura, solida e feconda. Sorprendentemente, proprio sulla diversità che esiste fra i due. Osmosi, certo, ma diversità che finiscono per conferire a questo documentario di 74 minuti un suo tono, una sua tenera e virile identità. Il tutto a partire da quella semplice e calorosa sequenza iniziale, con i due che si passano con decrescente esitazione la lattina di mate fermentato.