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VIAGGIO A TOKIO
(TOKIO MONOGATARI)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 14 luglio 2006
 
di Yasujiro Ozu, con Chishu Ryu, Chieko Higashiyama, Setsuko Hara (Giappone, 1953)
 

 

Una coppia di anziani genitori arriva a Tokyo in visita ai figli sposati. Accolti dapprima con tutto il rispetto dovuto, diventeranno ben presto ingombranti come degli sconosciuti. Distribuito in Europa a più di vent'anni dalla sua nascita, primo film conosciuto in Occidente dei 54 girati dal regista (18 dei quali scomparsi), VIAGGIO A TOKIO non è soltanto uno dei capolavori del regista giapponese, ma uno dei più nobili della storia del cinema. Ancora nel 2002, 250 registi e critici cinematografici, da Tarantino a Michael Mann a Bernardo Bertolucci, l'hanno collocato al quinto posto fra i più memorabili, in una classifica raccolta dalla rivista inglese Sight and Sound.


Dapprima considerato in funzione del nobile rispetto per i valori della tradizione del proprio Paese, è per la straordinaria serenità, la semplicità, l'inimitabile fluidità, il suo rigore espressivo, e quindi morale, e poetico che lo sguardo di Ozu ne ha fatto il cineasta più rappresentativo (in questo senso più di Kurisawa o di Mizoguchi) di tutto il cinema giapponese. Non solo. Uno fra i più proietatti nel futuro del cinema. Se è vero che cineasti come Kiarostami, Pedro Costa, Yoshida, Manoel de Oliveira, Wim Wenders (celebre il suo: "la cosa più simile al paradiso che io conosca è il cinema di Ozu") sono stati marcati dal suo segno. Ma se è vero che uno dei giapponesi d'avanguardia come Kiyoshi Kurosawa, ha detto di lui: "ogni volta che giro una scena mi sforzo di fare come se Ozu non fosse mai esistito".


Certo, fra gli uomini di cinema Ozu ha un suo posto mitico: è il cineasta dallo sguardo posto nel punto di vista più logico, della cinepresa situata a mezz'altezza d'uomo, le inquadrature fisse, senza movimenti di macchina, senza primi piani. Ma allo spettatore meno smaliziato di questa riflessione sul trascorrere del tempo, sulla difficoltà del trapasso generazionale, sull'evoluzione dei valori nel tempo, VIAGGIO A TOKIO rimarrà nella mente sopratutto per il suo pudore. Che è quello di tutto un popolo e della sua cultura nel vivere il significato dell'istante presente.


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