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MANCHESTER BY THE SEA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 17 febbraio 2017
 
di Kenneth Lonergan, con Casey Affleck, Michelle Williams, Kyle Chandler, Matthew Broderick, Gretchen Mol, Lucas Hedges (NETFLIX) (Stati Uniti, 2016)
 

In sedici anni, Kenneth Lonergan non ha realizzato che tre lungometraggi; dopo questo Manchester by the Sea (porto di pescatori sul mare non lontano da Boston, ma nulla a che fare con la città inglese) sono in molti a considerarlo la grande rivelazione di questa stagione. Affiancandolo, dopo tanti anni di una carriera nella discrezione segnata anche da varie incomprensioni con i produttori, ai cineasti contemporanei americani dalla personalità più incisiva, i James Gray, Michael Mann, Jeff Nichols, Alexander Payne, Bennett Miller.

Più che di cinema, Kenneth Lonergan è stato però uomo di lettere. Oltre ai suoi due film precedenti, Conta su di me (2000) e Margaret (2011), il cinquantaseienne si è dedicato all’attività di drammaturgo ed alla stesura di sceneggiature, prime fra tutte quelle di Mafia Blues e di Gangs of New York di Martin Scorsese. Un’attività dai tempi diversi da quella frenetica del regista, così come la spiega lui stesso in un’intervista a Positif : " lavorare per il teatro mi occupa a lungo, mi occorrono in generale due anni per scrivere una pièce o una sceneggiatura. La sola scrittura di Manchester by the Sea mi ha preso tre anni!"

Non a caso, questa tempistica di Kenneth Lonergan ci dice moltissimo delle qualità che impreziosiscono in profondità il suo ultimo melodramma. Poiché la vicenda, come in tanti capolavori del genere, ha caratteristiche quasi convenzionali. Come quella di Lee Chandler, portinaio a Boston dove svolge un’attività dalla rassegnata monotonia; alla notizia della morte del fratello sarà costretto a ritornare alla cittadina natale, e riallacciarsi cosi a un passato che indoviniamo doloroso. Scoprirà soprattutto di essere stato designato quale tutore del nipote adolescente; un compito che il vissuto dei due personaggi renderà particolarmente problematico.

Non è tanto allora nell’eccezionalità degli avvenimenti, quanto nella loro successione e tempistica che si costruisce l’emozione, a tratti straordinaria, di Manchester by the Sea. Nella costruzione drammatica, innanzitutto, e certamente dovuta all’esperienza nel campo narrativo dell’autore. Non cronologica, il che ne avrebbe sottolineato una certa normalità. Ma in una successione continua di rinvii all’indietro nel tempo, che ci rivelano progressivamente particolarità inedite del quadro psicologico dei protagonisti. Un andirivieni emotivo, dettato da situazioni o immagini del presente che spalancano squarci di conoscenza di un passato nascosto, di un dolore soffocato che, anche se difficilmente elaborato spiegherà violenze, incertezze e contraddizioni del presente.

Il cineasta che si nasconde nel letterato Lonergan inserisce a meraviglia tutta l’energia di questi sentimenti nei paesaggi, siano essi quelli innevati della Boston melanconica dei caseggiati popolari o della cittadina dal mare grigio che finirà per aprirsi alla primavera. Qualche dettaglio emotivo può anche disturbare, come quell’Adagio cosi risaputo di Albinoni che si protrae durante la sequenza più drammatica del film. Ma il cuore del melodramma costruito in quel realismo apparentemente tranquillo, il nucleo delle psicologie, tutte cosi finissime e compiute, finisce per pulsare con indimenticabile profondità nel rapporto fra le ferite inconciliabili dell’adulto e l’apparente, a tratti giocosa disinvoltura adolescenziale del nipote.

In quel un cinema fatto di silenzi infiniti e incredibilmente significativi, di gesti e di sguardi carpiti quasi all’insaputa all’interno delle solitudini, acquista allora un’importanza determinante la presenza degli attori. Casey Affleck è semplicemente meraviglioso nell’assumere il peso di tutti quei silenzi, nell’evidenziare, senza mai esprimerle, l’indicibile fatica delle proprie memorie. Non gli è però da meno il giovane Lucas Hedges, compagno sfrontato, ma quanto consapevole e significativo di un incontro dall’indimenticabile intensità.


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