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TUTTI GIU' Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 8 settembre 2012
 
di Niccolò Castelli, con Yanick Cohades, Nicola Perot, Lara Gut, Nicole Lechman (Svizzera, 2012)
 
E' il bello dei primi film, di quelle “opere prime” non a caso ambite da tutti i festival: intrise dalla voglia di dire, magari con una loro buona dose di ingenuità, ma spesso con un ineguagliabile bagaglio di generosità, che in qualche caso non ritroveremo più nel proseguo, più esperto, padroneggiato, e scafato.

Luganese trentenne, Niccolò Castelli aveva impressionato, nel 2008, con il suo cortometraggio di fine studio, ENDSIEG: dodici minuti dall'insolito coraggio ed ambizione, girati negli spazi intriganti di quanto resta al Maloja del mitico albergo Palace da tempo in disuso. Era il racconto dell'esecuzione di un nazista da parte del comandante germanico al momento dell'arrivo delle truppe alleate, girato in un lungo piano-sequenza, con sorprendente, pianificata maestria: una riflessione sulle conseguenze della manipolazione della scrittura cinematografica sui significati del racconto, sulla relatività della verità e delle apparenze.

Di queste caratteristiche, prima fra tutte la volontà di legare una storia all'ambiente che le fa da sfondo ed in definitiva la significa, si alimenta ora anche TUTTI GIU', il primo lungometraggio. Esigente e impegnativo, che come sempre rappresenta per il cineasta il salto di qualità, la difficoltà di organizzare una tensione drammaturgica ed eventualmente poetica prolungata; operazione esaltante e contraddittoria, della quale è doveroso andare a scoprire eventuali qualità, ma relativizzando o quasi gli inevitabili limiti.

Le qualità sono già in quelle primissime immagini, prive della parola ma con la cinepresa ad indagare vivacissima, a cogliere le angolazioni significative e le luci rivelatrici, quasi sospinta dal montaggio teso a creare un mix tra spazi diversi. Sono quelli urbani, di uno skater di successo che scoprirà di doversi sottoporre ad un trapianto cardiaco (Yanick Cohades) e di un graffitaro dalle ambizioni espressive frustrate (Nicola Perrot). E quelli, sconfinati fra vette abbaglianti, teatro di sfide che confinano con l'astrazione, da parte del personaggio interpretato da Lara Gut (con sorprendente, fresca introspezione), campionessa adolescente, pure confrontata alle esigenze del marketing, di un'età adulta che incombe precoce.

Captare le atmosfere. Quando il regista si abbandona a questo piacere, a una sua evidente sensualità (il coraggio, ad esempio, di valorizzare i silenzi; o di dialogare con le belle musiche dei Kovlo) il film e le sue solitudini crescono subito di tono: quella Lugano mai pittoresca ma normale, trafficata, notturna, o sotto una pioggia grigia e banale. Grazie anche alla sapienza della fotografia di Pietro Zürcher o alla cura delle scenografie di Paola Genni l'intuizione dello sguardo di Castelli spiccano allora evidenti: come nella splendida sequenza del precipitarsi dello skate del protagonista nella spirale delle rampe dell'autosilo. O in quel finale, nell'eco sublime del Rueckert – Lieder mahleriano, tutto sospeso fra gli esiti dell'intervento chirurgico del giovane e l'isolamento della sciatrice nell'affrontare le proprie prove.

Sono sensibilità espressive che sottolineano quanto il regista sia vicino con facilità al mondo che rappresenta; anche se la sua naturalezza andrebbe più rigorosamente inquadrata. In parte relativizzato da certi limiti della sceneggiatura, dalla discontinuità dei dialoghi o della recitazione, il contrappunto tra i tre protagonisti stenta inizialmente a interagire, i rinvii, le situazioni tendono a ripetersi, si tarda ad entrare con loro nella dovuta empatia.

E' una staticità sottolineata dal languore dilagante della fatica del crescere; che, certo, appartiene pur sempre all'iniziazione adolescenziale. Ma che ci fa attendere le prossime prove del giovane esponente di un cinema ticinese mai come ora vitale con rinnovata curiosità e anticipato piacere.


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