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BLANCANIEVES Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 14 settembre 2015
 
di Pablo Berger, con Macarena Garcia, Maribel Verdú, Angela Molina, Daniel Gimenez Cacho. Imma Cuesta (Spagna, 2013)
 
No, malgrado sia un omaggio alla espressività irripetibile del cinema muto, BLANCANIEVES non è THE ARTIST, il film superoscarizzato di Michel Haznavicius, brillante oltre che gratificato da un notevole successo popolare; ma anche un po' furbo esercizio di stile. Certo, quest'opera diretta da uno spagnolo cinquantenne, autore di un unico, invisibile e godibilissimo TORREMOLINOS è il risultato della medesima, quasi sconsiderata scommessa. Girare, in epoca di alta definizione e spesso sconsiderati decibel, un film in bianco e nero, del tutto privo della parola: grazie al solo intervento sulle immagini, e l'ausilio di una splendida colonna sonora immersa nel flamenco di Alfonso di Villalonga.

Una sorta di rifacimento della favola dei fratelli Grimm: ma aggiornata nella Spagna degli Anni Venti, quella delle corride quale unica fonte di evasione dalle oppressioni del potere, i condizionamenti economici. Una Biancaneve che non si priva di nessuna stampella melodrammatica: il papà, torero celeberrimo infortunato a vita, la mamma che scompare portandola alla luce, la tenera nonna che accompagna Carmencita nei segreti del flamenco, la matrigna spaventosa, capace delle peggiori atrocità.

Non solo: Pablo Berger finisce per fondere in un affascinante melting pot surrealistico Cenerentola e La bella addormentata nel bosco; e, per finire, il Principe azzurro, bello anche se nano. Membro di una troupe girovaga di saltimbanchi, che modificherà il tono del film oltre al destino della bella Carmencita.

Girato in un bianco e nero stupefacente, muto, con un uso squisitamente sapiente della regia, una serie di rinvii puntuali, pieni di grazia e umorismo ai capolavori dei Murnau, Stroheim o Griffith, degli interpreti giustissimi a partire dalla Maribel Verdù di Cuaron e Del Toro o dall'Angela Molina di Pedro Almodovar, l'universo favolistico dei Grimm è rivisto e corretto con poesia e crudeltà in una Spagna degli Anni Venti d'insospettabile originalità. Una rivelazione.


   Il film in Internet (Google)

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