3827 recensioni a vostra disposizione!
   

NADER E SIMIN - UNA SEPARAZIONE
(JODAEIYE NADER AZ SIMIN)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 14 ottobre 2011
 
di Asghar Farhadi, con Leila Hatami, Peyman Moadi, Shahab Hosseini, Sareh Bayat, Babak Karimi (Iran, 2011)
 

L'arte dell'apparente semplicità, la luce dell'intelligenza. Quando si esplorano i risvolti più delicati delle relazioni umane, in un quotidiano gravato dalle differenze sociali e economiche, dal peso incombente della politica e della religione, nella realtà drammatica dell'Iran contemporaneo, con la lucidità di sondarne ogni contraddizione.


Del trionfatore all'ultima Berlinale non si può dire la storia, che sarebbe assurdo riassumere per l'incessante, affascinante esplosione dei propri sviluppi: sono le conseguenze a catena, nella tensione di una progressione angosciosa e commovente, sempre incredibilmente motivata e significativa, di un impossibile tentativo di separazione. Per una moglie, ansiosa di abbandonare gli incerti di una situazione e di una società; quindi per un marito, una figlia adolescente, per altri nuclei famigliari inesorabilmente coinvolti, dalla fatalità, ma non solo da quella.


Asghar Fahradi (al suo quinto lungometraggio) avrebbe potuto limitarsi a filmare la sua sublime progressione fra la gente di Teheran, in una “verità” documentaristica. Ma la forza straordinaria di UNA SEPARAZIONE nasce proprio dall'opposto di un intervento lineare sulla realtà: dalla manipolazione, grazie ad una sceneggiatura perfetta, dell'osservazione. Al “non detto” drammaturgico di quanto l'autore ha scelto di non mostrare. Non le chiavi di un enigma, che sul substrato psicologico e politico si fa sempre più poliziesco; non la rivelazione di una inquadratura, che permetta al volonteroso giudice del film, come allo spettatore, di formarsi una spiegazione. Uno sguardo naturale sulle reazioni degli attori immancabilmente perfetti, sui dolorosi condizionamenti che nascono dal denaro e dalle credenze, dall'abisso fra l'agio borghese e la miseria operaia: ma in un seguito di situazioni più o meno celate dal montaggio (e da una frammentazione perfettamente conseguente della regia) che finisce per attirare lo spettatore in una spirale kafkiana d'ineluttabile, salutare ambiguità. Tutti hanno le loro ragioni, ma quant'è difficile decidere chi abbia torto.


Cosi, in un cinema del rifiuto morale che è stato avvicinato a quello di Mike Leigh, sarà lo spettatore ad essere costretto a riflettere, ad assumere un ruolo attivo nei confronti della quotidianità del dramma. Mentre a farne le spese, nel film, non potrà che essere la più lungimirante, ma anche più fragile delle spettatrici, la figlia undicenne, limpida come nessun altro, costretta a mentire, per salvare chi le sta attorno, se non la propria innocenza.


   Il film in Internet (Google)
  Film dello stesso regista

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda