3828 recensioni a vostra disposizione!
   

L'UOMO SENZA PASSATO
(MIES VAILLA MENNEISYYTTA)
(THE MAN WITHOUT A PAST)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 21 gennaio 2003
 
di Aki Kaurismaki, con Markku Peltola, Kati Outinen, Sakari Kuosmanen, Esko Nikkari (Finlandia, 2002)
 

All'ultimo Festival di Cannes 2002 le Palme d'oro avrebbero dovuto essere due. Una d'onore, certo, per l'importanza civile del soggetto, l'imprescindibilità storica del ricordare, la statura morale, l'ispirato classicismo stilistico della regia di Roman Polanski: da assegnare, com'è avvenuto, a IL PIANISTA. Ma una seconda, da destinare al film che aveva fatto l'unanimità fra pubblico e critica; e che avrebbe premiato una delle personalità più originali ed imperiose, da tempo ormai non più esclusivamente cinefiliche, di tutto il cinema moderno, quella del finlandese Aki Kaurismaki.

Rigiratelo come meglio credete, prendetelo come una favola musicale o un happening surreale, una passeggiata lunare fra i nuovi vagabondi che ricordano quelli storici di Zavattini, una riflessione più seria delle apparenze di quanto può accadere ai margini di uno dei massimi paradisi economici, un fatto di cronaca paradossale in quelle contrade nordiche, un po' svitate ad esatta somiglianza del suo autore: L'UOMO SENZA PASSATO è una pura delizia. Oltre che il capolavoro dell'autore di LA FIAMMIFERAIA.

In arrivo alla stazione di Helsinki, un uomo viene aggredito e picchiato a morte dal solito gruppo di delinquenti. Dichiarato deceduto da una frettolosa diagnosi medica, comunque amnesiaco, resuscita (siamo o non siamo nell'universo del sognatore di genio finlandese?) in un folgorante paradosso surreale: nella bidonville in riva al mare un'adorabile congrega di derelitti lo riconduce all'esistenza. Riportando loro stessi, assieme al film, a nuova vita.

Dalla violenza al sogno, dal degrado alla musica, dall'oscurità alla luce: contro ogni logica. Miracolo essenzialmente, squisitamente affidato al cinema, al suo inimitabile potere di finzione, di creatore di meraviglia; quando, a tirare i fili della favola, è questo burattinaio incomparabile. Che trasforma il pessimismo in una ballata rock; o, come il Chaplin che sa evitare ogni trappola del melodramma, l'ultimo dei poveracci in illusionista. Perdere la memoria e ricominciare, cancellare il passato assieme al suo carico di errori: in tanti film indimenticabili, segnati dalla fantasia, da un umorismo inequivocabile, dall'assurdità ma anche da una inconfondibile disperazione di fondo, Kaurismaki non ne aveva mai girato uno di tale incrollabile, commovente positività. Un atto di fiducia, irrefrenabile, nella dignità dell'individuo; nelle sue vicissitudini, anche le più dolorose, le più incomprensibili.

Tanta purezza non nasce a caso; ma è il risultato di un impeccabile magistero espressivo. Dialoghi lunari, equilibri nell'assurdo e presenze di straordinaria originalità come quelle di Markku Peltola e della solita, meravigliosa Kati Outtinen tolgono ogni sospetto di sentimentalismo al film; ad un atto di fede che si trasforma in un poema naif destinato ad una platea finalmente universale. L'UOMO SENZA PASSATO ci giunge dopo Natale: ma è il regalo più bello che il cinema potesse fare a questa nostra epoca squinternata.

__________________________________________________________________________________

At the last Cannes Film Festival 2002, there should have been two Golden Palms. An honorary one, certainly, for the civil importance of the subject, the historical inescapability of the recollection, the moral stature, the inspired stylistic classicism of Roman Polanski's direction: to be awarded, as it happened, to THE PIANIST. But a second one, to be awarded to the film that had been unanimously acclaimed by audiences and critics alike; and which would have rewarded one of the most original and imperious personalities, no longer exclusively cinephilic, of all modern cinema, that of Finnish director Aki Kaurismaki.

Twist it any way you like, take it as a musical fairy tale or a surreal happening, a moonlight stroll among the new vagabonds reminiscent of Zavattini's historical ones, a reflection more serious than appearances of what can happen on the fringes of one of the greatest economic paradises, a paradoxical chronicle in those Nordic quarters, a little bit nutty in the exact likeness of its author: THE MAN WITHOUT A PAST is a pure delight. As well as the masterpiece of the author of THE FIAMMIFERE.

Arriving at Helsinki station, a man is attacked and beaten to death by the usual group of thugs. Declared deceased by a hasty medical diagnosis, however amnesiac, he resurrects (are we or are we not in the universe of the Finnish dreamer of genius?) in a dazzling surreal paradox: in the shanty town by the sea, an adorable coven of derelicts brings him back to existence. Bringing themselves, along with the film, back to life.

From violence to dreams, from degradation to music, from darkness to light: against all logic. A miracle essentially, exquisitely entrusted to the cinema, to its inimitable power of fiction, of creator of wonder; when, pulling the strings of the fable, it is this incomparable puppeteer. Who transforms pessimism into a rock ballad; or, like the Chaplin who knows how to avoid all traps of melodrama, the last of the poor into an illusionist. To lose one's memory and begin again, to erase the past together with its load of mistakes: in so many unforgettable films, marked by fantasy, unequivocal humour, absurdity but also by an unmistakable underlying desperation, Kaurismaki had never made one of such unshakeable, moving positivity. An act of faith, irrepressible, in the dignity of the individual; in his vicissitudes, even the most painful, the most incomprehensible.

Such purity does not come about by chance; it is the result of an impeccable expressive mastery. Lunar dialogues, balances in the absurd and presences of extraordinary originality such as those of Markku Peltola and the usual, marvellous Kati Outtinen remove any suspicion of sentimentalism from the film; to an act of faith that is transformed into a naive poem destined for a finally universal audience. THE MAN WITHOUT A PAST comes to us after Christmas: but it is the most beautiful gift that cinema could give to this squintern age of ours.

www.filmselezione.ch

SUBSCRIBE FREE to www.filmselezione.ch (3800 film reviews since1950 ) and receive new ones by email


   Il film in Internet (Google)
  Film dello stesso regista

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda