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FUNNY GAMES Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 14 maggio 1997
 
di Michael Haneke, con Susanne Lothar, Ulrich Muehe, Arno Frisch (Austria, 1997)
 
Il regista austriaco ( BENNY'S VIDEO, e DER SIEBENTE KONTINENT che, quasi l'avevamo dimenticato, ebbe un Pardo di Bronzo a Locarno nell'89) continua la sua marcia ostinata nello studio (o lo sfruttamento? ) della violenza e della provocazione. Ma mai come in questo FUNNY GAMES si era spinto cosi innanzi: ed il film, c'é da giurarlo, aprirà una discussione destinata a durare. E, forse, a non concludersi.

Il soggetto del film (due psicopatici s'introducono nella villa al lago di una famiglia viennese in vacanza: ed iniziano un gioco di perverso, inarrestabile sadismo) non è nuovo. Ma nella descrizione della violenza perversa, nella spietata finalità di non concedere nulla allo spettatore (né l'illusione, ma nemmeno l'ambiguità di un qualsiasi alibi) FUNNY GAMES oltrepassa ogni confine.

A parte due strizzatine d'occhio alla platea dal più duro dei due folli, c'è una sola sequenza che autorizza a parlare di cinema: quella durante la quale uno dei due sadici "riavvolge" con il telecomando la pellicola. L'azione di (relativo) lieto fine e (relativa) punizione del Male viene allora "rigirata": e la vicenda riprende il proprio inesorabile cammino nella descrizione impietosa della violenza. Verso un finale che - in perfetta logica o, se preferite, amoralità - non potrà che decretare il trionfo della perversione.

È sufficiente un giro di manovella per far comprendere come l'autore sia ben conscio dell'artificio usato e (secondo lui) denunciato? È sufficiente per introdurre quel distacco (che sempre c'è stato nell'uso "corretto" della violenza: l'humour, l'esagerazione, la stilizzazione dei vari Tarantino, Lynch e via dicendo) che ci permette di giustificare un'operazione cosi determinata ed assoluta

È difficile, in una caso come questo, non pensare alle conseguenze usato (spesso a torto) dai censori o dai moralisti: l'effetto perverso, drammatico che una cronaca asciutta, impunita, non camuffata espressivamente, potrebbe causare su una mente debole e non formata. E ancora: difficile pensare che, proprio per la totale mancanza di scrupoli di qualsiasi genere, un film come questo non porti alla più spiccia, ed altrettanto perversa, della reazioni. Prima fra tutti: quella del ripristino della pena di morte.

Visto che due come quelli di FUNNY GAMES esistano, visto come le cose vanno a finire la conclusione dell'opinione pubblica non arrischia di andare solo in quella direzione?


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