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NO TE MUERAS SIN DECIRME A DONDE TE VAS Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 10 novembre 1996
 
di Eliseo Subiela, con Monica Galan, Tincho Zabala (Argentina, 1995)
 
Il cinema ancora poco conosciuto dell'argentino Eliseo Subiela, che la preziosa Rassegna del cinema Latino-americano propone attualmente sui nostri schermi, esplora da diversi anni il territorio privilegiato del sogno. Ed ai confini della filosofia e della follia, con uno sguardo più vicino al surrealismo visionario caro a quel cinema che alla fantascienza di altre scuole più pragmatiche, situa anche questo divagazione sulla vita e la morte. Più sulla prima che sulla seconda. Perché se il proiezionista Leopoldo (di una sala immancabilmente in via di scomparsa, il che permette a Subiela il parallelo non proprio inedito con l'altra fabbrica dei sogni) inventa un marchingegno per mettersi in contatto con l'aldilà, lo fa soprattutto per ritrovare un amore perduto da più di un secolo. E per imparare dal suo squisito fantasma che la felicità e l'amore è meglio farceli, mentre siamo ancora in tempo, qui sulla terra.

Un po' tirato per le lunghe, forse meno folgorante di quello del precedente EL LADO OSCURO DEL CORAZON, il realismo magico di Subiela rappresenta una boccata d'aria fresca: nell'acquario imbalsamato di cui sotto.


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