LA NINA SANTA (LA NINA SANTA) |
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di Lucrecia Martel, con Maria Alché, Mercedes Moran, Julieta Zylberberg, Carlos Belloso
(Argentina, 2004)
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Nell'albergo termale fatiscente la figlia adolescente e la proprietaria insidiano il riservato e forse ignaro partecipante ad un congresso medico. Con un tema che sarebbe piaciuto al grande Bunuel, secondo film della giovane regista argentina dopo il successo folgorante LA CIENAGA. Prodotto da Pedro Almodovar, sostenuto dalla sciaguratamente dipartita Montecinemaverità, LA NINA SANTA è un film per qualche aspetto insoddisfacente, per altri assolutamente straniante, ma che rivela ad ogni istante la qualità di un sguardo che si sta affermando imperiosamente. Nella sua staticità, dietro ogni immagine di questa storia che si costruisce sulla medesima duplicità di desideri, frustrazioni, sentimenti di colpa che governano i propri personaggi è facile scoprire l'intuizione di quell'energia misteriosa ma evidente che regge i rapporti umani, delle tensioni sensuali che ne costituiscono gli umori. Certo, il fascino ma anche il rischio del non-detto minacciano ad ogni istante queste atmosfere evanescenti ed ambigue che si dirà essere soltanto quelle di un gruppo di adolescenti impregnate di cattolicesimo in bilico fra perversione ed innocenza, misticismo e sensualità. L'Argentina metaforica ma cosi esplicita del primo film, quella sensualità e malessere cosi evidenti si mutano ora in qualcosa di più segreto ed interiorizzato. Di meno compiuto, di più allusivo: ma in quelle atmosfere cosi pregne dell'ambiente, in quella colonna sonora di formidabile inquietudine, in quella cinepresa pronta a cogliere ogni dettaglio del gesto o dello sguardo ci sono la promesse di un viaggio che si annuncia affascinante
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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