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FESTIVAL DI ROMA 2013 - TANTI SOLDI IN MENO, TANTE IDEE IN PIÙ ?
  Stampa questa scheda Data della recensione: 4 novembre 2013
 
(2013)
 
Marco Müller non è fra quelli che si perdono d'animo. Alla sua seconda interpretazione del Festival di Roma giunto all'ottava edizione, gli incerti endemici della situazione romana per non dire italiana hanno ricondotto il budget dai 17 milioni di euro della prima volta voluta da Veltroni ai…7 d quella attuale. Poi, gli è stato chiesto “qualcosa” di meno Festival e più Festa; ennesimo mutamento di rotta. Ci voleva probabilmente altro per fargliela perdere: così, l'8 di novembre la manifestazione apre con una rassicurante commedia casalinga di Giovanni Veronesi (L'ULTIMA RUOTA DEL CARRO); ma per concludersi dieci giorni dopo nella leggermente più esotica oltre che cinefila esplosione del film d'azione cinese, LA TEMPESTA BIANCA di Benny Chan, l'allievo dei grandi Johnnie To e Tsui Hark…

Schizofrenia addomesticata, la definisce il direttore. Chiamiamola anche arte dell'arrangiarsi: che, coi tempi che corrono, potrebbe risultare nel suo clamoroso eclettismo una sorprendente arma vincente. Ecco allora ogni sera un film americano; e di conseguenza, potenzialmente, tappeti rossi a sazietà, Jennifer Lawrence, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Scarlett Johansson, Matthew McConaughey, Christian Bale, Willem Dafoe, Sharon Stone, John Turturro, Christopher Walken, Sam Shepard, Casey Affleck, Forest Whitaker... E blockbuster al neon come HUNGER GAMES – LA RAGAZZA DI FUOCO di Francis Lawrence, la saga alla moda interpretata dalla neo-oscarizzata Jennifer Lawrence; come HER del regista in odore di preziosismi di ESSERE JOHN MALKOVICH, Spike Jones, che ha ricreato una Los Angeles del futuro a Shanghai; oppure, DALLAS BUYERS CLUB, riflessione sulla siero-positività del canadese Jean-Marc Vallée con un formidabile Matthew McConaughey. E ancora, il thriller con Christian Bale, OUT OF THE FURNACE di Scott Cooper, l'attesa prima mondiale della commedia dell'esordiente John Turtletaub ispirata al bestseller di Marie Phillips, una banda di dei greci a spasso per Manhattan.

18 film in concorso e 20 fuori gara per una furbata? Piano, perché anche se Muller dice che se volevano solo una festa “bastava che me lo dicessero a tempo” una realtà clamorosamente contraddittoria è tutta da scoprire girato l'angolo. Già alcuni nomi “minori” del Concorso lasciano intravedere anime più cinefile, Isabel Coixet, Michael Rowe Camera d'Oro a Cannes tre anni fa, e poi turchi, brasiliani, rumeni, danesi, portoghesi o cileni (senza dimenticare i tre italiani, finalmente scelti fra le nuove voci, Mirko Locatelli, Guido Lombardi, Alberto Fasulo). E con Takashi Miike (addirittura un lungo e un mediometraggio), Kiyoshi Kurosawa o Bong Joon-ho (con la sublime Tilda Swinton) approdiamo immediatamente su rive festivaliere.

Ma la forza del Festival romano va ricercata nei guizzi di una genialità schizofrenica: aver trovato due personalità referenziali come quelle di James Gray e di Larry Clark alla testa delle Giurie delle due anime della manifestazione, assicurarsi YOUNG DETECTIVE DEE: RISE OF THE SEA DRAGON che riprende il personaggio del capolavoro di Tsui Hark del 2010, detective story, peplum, kungfu e wuxiapian allo stesso tempo. E omaggiare con una premio alla carriera e la prima del suo film postumo E' DIFFICILE ESSERE UN DIO il gigante maledetto del cinema russo Aleksej German recentemente scomparso.

Tsui Hark da un lato, Jonathan Demme dall'altro. Due masterclass prestigiose sottolineano le due anime di Roma, poiché a quella innovativa proiettata nel futuro della ricerca audiovisiva, Cinema XXI, non si è voluto fortunatamente abdicare. Negli spazi magici del Museo delle Arti inventati da Zaha Hadid l'ultimo film di Demme, FEAR OF FALLING, è fra i più attesi, assieme al documentario L'AMMINISTRATORE di Vincenzo Marra, LITTLE FEET di Alexander Rockwell, o il nuovo portoghese Joaquim Pinto, dopo lo struggente E AGORA? appena visto a Locarno. Ma saranno gli sperimentatori delle tendenze, a cavallo fra cinema a arte a sorprendere. Lunghi, medi, corti, documentari o fiction firmati da cineasti come Vincente Dieutre ma anche da un maestro dell'arte contemporanea come Michelangelo Pistoletto (esposto attualmente a Lugano…). E Yuri Ancarani, Elisabetta Sgarbi, Anouq De Clerq, Lois Patino, Gabriel Abrantes, Roee Rosen, El Palacio, MyBossWas, Antoine d'Agata, ZimmerFrei, Aliona Polunina, Tariq Teguia, Laila Pakalnina, Andrey Silvestrov, Amir Dutta. E si potrebbe continuare, proprio come a ricercare.

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