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FESTIVAL DI LOCARNO 2013 - PRESENTAZIONE
  Stampa questa scheda Data della recensione: 5 agosto 2013
 
(2013)
 
FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO - CINEMA D'AUTORE O FESTIVAL GENERALISTA? - NUOVO DIRETTORE E VECCHI DILEMMI

C'è un'attesa del tutto particolare per questa edizione del Festival di Locarno. E non solo per il tradizionale piacere dell'appuntamento di mezza estate, per la festa del ritrovarsi fra film, stelle in cielo e pacche sulle spalle. Che, nel tempo, ha assunto talvolta l'importanza di un rituale, se non esclusivo, pericolosamente prioritario. Non si tratta infatti di ignorare che se Locarno è il festival più popolare al mondo, quello che permette a chiunque di parteciparvi e di avvicinarne i protagonisti, è grazie alle sue caratteristiche d'incontro anche vacanziero. Ma di ricordare sempre che se gli riesce di conservare la continuità e la ricaduta internazionale che ha permesso di raggiungere la sessantacinquesima edizione, ciò è dovuto all'imprescindibile garanzia di una esigenza artistica e culturale.

Di questa coerenza preziosa e fondamentale c'è questa'anno un nuovo responsabile, il nuovo direttore artistico Carlo Chatrian, subentrato a Olivier Père. E pure qui non è il caso di nascondersi dietro al dito: dopo una scelta in tempi precipitosi che poteva apparire scarsamente approfondita ci si è rallegrati per dei dati anagrafici che testimoniano di un auspicabile rinnovamento generazionale, per le garanzie di competenza e di passione cinefilica, per la lucidità certa di uno specialista che si è avvicinato a Locarno già dal 1994 dell'epoca Müller, di una progressione nelle strutture che ha condotto il valdostano ad assumere la responsabilità di una prestigiosa sezione del festival come la Retrospettiva. Salvo, con il trascorrere dell'effetto sorpresa, iniziare ad interrogarsi sui limiti d'esperienza e nei contatti internazionali del successore di un direttore come Père, uso alla frequentazione dei centri di potere parigini oltre che dell'esperienza in una sezione importante di Cannes come la Quinzaine.

I film vanno visti e i bilanci fatti a posteriori. Ma un'occhiata anche superficiale al programma di Locarno 2013 ha fugato in gran parte quelle apprensioni. A cominciare da un dato sul quale in passato si è sempre pericolosamente sorvolato, perlomeno in ottica locale: il numero delle pellicole in prima mondiale. Sono ben diciotto su venti, nel settore cosi delicato del Concorso; sono quasi tutte quelle di Cineasti del presente; e pure sette all'interno della programmazione eclettica della Piazza. E non è di certo superfluo ricordare come un conto sia andare in giro per il mondo a scegliere opere inedite, con il rischio di perderci la faccia. Altro, recarsi in una rassegna preferibilmente discosta per selezionare le pellicole che si sono maggiormente distinte, per non dire premiate.

I nomi, quindi: che rimane comunque, anche in un festival dedicato alle scoperte e al cinema emergente, ciò che corre dapprima all'occhio. In Concorso ne appaiono di altisonanti come non mai. A cominciare da quel sontuoso trittico dall'Estremo Oriente che nemmeno l'imminente Mostra di Venezia (particolarmente avara quest'anno in quella direzione, sbilanciata com'è verso il mercato anglosassone) può vantare: i giapponesi Shinji Aoyama e Kiyoshi Kurosawa, il coreano Hong Sangsoo sono grandi cineasti, che i maggiori festival e i mercati internazionali del cinema di qualità hanno riconosciuto da tempo. Il romeno Corneliu Porumboiu con delle opere come A EST DI BUCAREST o POLICE, ADJECTIVE si è segnalato fra i più interessanti del nuovo cinema dell'Est europeo ottenendo anche a Cannes l'ambitissima Caméra d'Oro come migliore opera prima. Della francese Claire Simon si è molto lamentata l'assenza al recente Festival di Cannes. E una giustificata curiosità non può che suscitare il ritorno di Yves Yersin, un nome che ha segnato il cinema svizzero del dopoguerra. Certo, tutto questo che per un festival come Locarno può essere considerato ben di Dio va verificato: e con questo, più prosaicamente, le ragioni per le quali sia sfuggito a Cannes o Venezia. Un'osservazione è piuttosto d'obbligo: come questi nomi da festival generalista siano stati accostati in concorso a quelli di Autori, non di certo ignoti, ma di appartenenza ad un cinema di ricerca per non dire di sperimentazione. Come il brasiliano Julio Bressane, l'italiano Pippo Delbono, la coppia Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, il portoghese Joaquim Pinto e via dicendo. Certo, le intenzioni di Chatrian sono encomiabili: ridare a Locarno quel peso fra i festival di ricerca e di scoperta che in passato gli hanno conferito una reputazione mondiale difficilmente eguagliata in seguito. Ma il rischio è quello di cadere negli equivoci di sempre, da quando perlomeno ci si è gingillati con la fortunata ma ambigua formula del più piccolo fra i grandi, piuttosto che più grande fra i piccoli: festival d'autore o generalista? Svuotando dei nomi più noti la sezione di ricerca dei Cineasti del Presente, con l'intenzione di conferire maggiore peso culturale al Concorso principale, non è certo che l'identità della manifestazione e la complementarità della programmazione ne esca chiarita.

Chatrian ha altre carte preziose da giocare. La più ardua, quella della Piazza, gode quest'anno della fortuna di ritrovarsi due fra i pochi nomi di assoluta garanzia del cinema svizzero contemporaneo, il promettente Lionel Baier e soprattutto il grande documentarista Jean-Stéphane Bron. E se l'attenzione conferita alle opere dei soliti Pardi d'onore a grandi cineasti come Werner Herzog e Otar Iosseliani non può che aggiungere un notevole peso artistico alla manifestazione che dire della Retrospettiva (assurdamente trascurata per alcuni anni) che si annuncia sontuosa. Una cinquantina (!) di film di una integrale dedicata a George Cukor, il grande ritrattista dell'animo femminile, fra i quali è impossibile non dimenticare capolavori che hanno segnato la storia del cinema: dai più noti INCANTESIMO, IL DIAVOLO E' FEMMINA, DONNE, PHILADELPHIA STORY, ADAM'S RIB, BORN YESTERDAY, E' NATA UNA STELLA, LES GIRLS, MY FAIR LADY, LET'S MAKE LOVE e via continuando a sublimi perle tutte da scoprire come GIRLS ABOUT TOWN.

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