Che Sandrine Kiberlain, meravigliosa di comicità, carica surrealee al tempo stesso naturalezza nelle vesti di una giudice irreprensibile e refrattaria a ogni disinvoltura esistenziale, si ritrovi incinta, senza conoscerne le ragioni è già sorprendente. Ma che, attraverso le videocamere della sicurezza cittadina si venga a scoprire che il padre potrebbe essere un eccentrico criminale accusato dei crimini più sordidi, eccola collocata ai confini del delirio.
In effetti, questo quinto lungometraggio da regista di Albert Dupontel, grande attore (non sufficientemente noto da noi) dalla straordinaria carica dissacrante sempre esilarante, non è soltanto il suo capolavoro. Ma la dimostrazione di come il cinema europeo possa affrontare con impareggiabile intelligenza il filone del cinema demenziale così caro a quello americano.
Siete fra coloro che considerano il cinema d'autore eccessivamente serioso? Correte allora a vedere come si possa creare uno dei film più comici degli ultimi anni; e sconfinare al tempo stesso nelle preziosità del surrealismo e della annotazione grottesca sulla società contemporanea.
Grazie all'intervento di una regia sorprendentemente matura e creativa, una interpretazione anche nei personaggi di contorno sopra le righe ma sempre controllata, la progressione di una sceneggiatura dall'originalità sconcertante, 9 mois ferme aggiunge la tenerezza alla satira scatenata, l'aggressività del paradosso alla festa del divertimento. In bonus Sandrine Kiberlain, strepitosa.