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BELLA ADDORMENTATA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 24 settembre 2012
 
di Marco Bellocchio, con Toni Servillo, Isabelle Huppert, Maya Sansa, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, Roberto Herlitzka, Michele Riondino (Italia, 2012)
 
(Questa recensione, inedita finora su FILMSELEZIONE, e' stata pubblicata all'origine il 24 settembre 2012 sul settimanale AZIONE della Svizzera Italiana)

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La prima cosa che colpisce in BELLA ADDORMENTATA è la qualità del cinema di Bellocchio; alleata alla sua voglia di capire. Non di polemizzare, non di entrare nel vivo delle contraddizioni del caso così esasperato di Eluana Englaro.

Ecco allora tante storie, accostate dalla maestria nel montaggio di Francesca Calvelli, i vari episodi che s'intrecciano: dal senatore che non se la sente più di seguire il voto della maggioranza che vorrebbe imporre l'alimentazione forzata (un sempre impeccabile Toni Servillo), sua figlia cattolica radicale in preghiera davanti alla clinica, ma che trova giustamente il tempo di mettere in pratica anche un altro genere di amore. E così il medico (tra i migliori, il figlio del regista, Pier Giorgio Bellocchio), che vuole salvare la drogata da tutti ritenuta irrecuperabile. O, ancora, l'episodio che si protrae nella parte centrale del film (togliendogli, a nostro avviso, una parte del suo miracoloso, instabile equilibrio): con una Isabelle Huppert un po' tanto consapevole della propria statura artistica, che allestisce a domicilio una sorta di happening para-religioso nella speranza di risvegliare la figlia.

Nasce così non di certo un'inchiesta su quegli accadimenti, ma uno spaccato dell'Italia del berlusconismo: Bellocchio è un grande maestro dell'ambientazione, del cogliere il dettaglio essenziale a cavallo fra la realtà e il fantastico. Di volgere le mille facce di un film e di un problema morale (schivando il pericolo del moralismo) grazie alla lucidità del proprio sguardo cinematografico, e alla luce della sua intelligenza. Di ragionare, come sempre dai tempi di I PUGNI IN TASCA, sulla famiglia e i rapporti tra genitori e figli.

Rimane forse il fatto che, alla base di uno sguardo sempre sontuoso come a tante motivazioni condivisibili, all'emergere di recitazioni di classe come quelle di Herlitzka e Maya Sansa, vi sia una sceneggiatura non sempre all'altezza di tante ambizioni. Forse a causa dello spazio eccessivo concesso all'episodio più fumoso (con la Grande Attrice giunta appositamente dalla Francia) i tempi dell'assieme non contribuiscono sempre alla chiarezza dell'assunto. In un caso del genere, non è evidentemente cosa da poco.


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