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BLACK BOOK
(ZWARTBOEK)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 21 ottobre 2007
 
di Paul Verhoeven, con Carice van Houten, Sebastian Koch,Thom Hoffman (Olanda, 2006)
 

Bella (e Carice van Houten lo è per davvero) quanto sfortunata, la protagonista olandese, ma nata in un kibbutz, è costretta a vivere durante l'occupazione nazista della Seconda guerra una serie di esperienze a dir poco traumatiche. L'eliminazione dei propri famigliari, la partecipazione alla lotta di resistenza partigiana, l'infiltrazione nel quartiere generale tedesco nelle vesti di cantante, il disperato idillio con uno degli alti ufficiali SS, fino ai drammatici equivoci che nasceranno dopo la liberazione a causa di quei tortuosi itinerari.


Melodramma storico alla Fassbinder ? Non proprio, conoscendo la natura (interessante e controversa) dell'autore di BASIC ISTINCT, che con questo film ha deciso di ritornare in patria. Interessante: come quegli sprazzi del suo cinema fatto di carne e di sangue, di quel seno satinato della sua bella sfiorato… dalla canna della pistola. Come quei momenti che non sarebbero dispiaciuti ad Hitchcock, con la bara in soggettiva mentre viene avvitata. O la macchia scarlatta, viscontiana, che si allarga sull'abito da sera da crepuscolo degli dei. La mano di un regista vero, certamente consapevole di segnare i tempi di un dramma sentimentale, o di un thriller, o di un film di spionaggio. Ma quello script disordinato, quelli sbalzi incessanti non tanto avanti ed indietro nel tempo, ma tra una rappresentazione realistica a delle divagazioni espressionistiche finiscono per impedire il genere di lettura. Ad esaltarne le incongruenze, la bella che si fa due uova al tegamino in compagnia del suo aitante salvatore poche ore dopo il massacro di tutta la propria famiglia. La disinvoltura mondana, sopra le righe, in circostanze a dir poco angoscianti.


Persa l'occasione di rifugiarsi nel tema meno ambiguo dei rapporti fra vittima e carnefice la confusione dei segni arrischia come sempre di tradursi in quella delle idee. Certo, il male non sta tutto da una parte; la doppiezza, la cupidigia fanno parte della natura umana. C'erano nazisti "buoni" e partigiani razzisti, e l'immediato dopoguerra condusse a soprusi efferati. Ma certe confusioni, prima formali, poi con il rischio che si facciano ideologiche è meglio evitarle.


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