Una storia di mafia a Hong Kong non è facile da decifrare; ma, trattandosi del cinema di Johnnie To ciò non significa più di tanto. Basterà sapere che si tratta delle sue predilette faccende di Triadi, le storiche associazioni segrete cinesi. E del loro mitico triangolo del potere, il Cielo, la Terra e l'Uomo, per il quale i due capofila combattono.

Il mondo di To è ispirato dalla conquista della grazia, dell'humour ed eventualmente del dramma in una specie di balletto astratto. Lento nella sua coralità nobilitata da un sfarzo formale sempre presente l'intrigo di questa elezione mafiosa vive più degli echi shakespeariani che evoca ogni lotta per il potere che per una sua logica avvincente.

Fino al finale imprevisto e fortissimo: il dramma dell'individuo esce finalmente da quell'amalgama sapiente e un pò accademico. E la memoria cinefila corre finalmente ai capolavori di Huston, Hawks o Sam Fuller. L'ambizione, la cupidità hanno ormai avuto il sopravvento su ogni sorta di valore tramandato dalla tradizione.