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di Benoît Mariage, con Benoît Poelvoorde, Gilbert Melki, François Damiens
(Francia, 2005)
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Riscatto professionale ed esistenziale da parte del giornalista televisivo in crisi: ci riesce, girando finalmente il suo film sul personaggio-mito di gioventù, l'autore di un sequestro di bambini a scopo di legittima rivendicazione sociale. Solo che, nel frattempo, il mitico eroe è diventato un gigolo: ed al giornalista non rimane che inventarsi una propria fiction. Soggetto non privo di una propria forza: tragicomico sull'universo dei media, con la possibilità di trasformarsi progressivamente in una riflessione amara sui limiti delle proprie illusioni, la forza della finzione, i confini della realtà e quelli della manipolazione della verità. Sfortunatamente, la natura debordante (ed a mio parere meno introspettiva delle sue pretese) di un Poelvoorde che non molla una sequenza de film, la rigidità schematica della regia, la volontà di edulcorare il messaggio nei toni tragicomici, rende il film, anche se professionale, malgrado le sue qualità (vedi gli attori) ad ogni svolta prevedibile e macchinoso.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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