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Nove anni fa in BEFORE SUNRISE (PRIMA DELL'ALBA), il regista Richard Linklater faceva incontrare in un treno Julie Deply e Ethan Hawke ventenni, passare tutta una notte, più o meno come ognuno si immagina in una situazione del genere a Vienna (è lei che rimanda di ventiquattr'ore il proprio rientro a Parigi). Prima dell'alba, appunto, e di un arrivederci sconsolato quanto ipotetico.

Nove anni più tardi, in BEFORE SUNSET, perlomeno su quella ipotesi siamo più in chiaro: l'appuntamento per l'anno seguente era andato a buca, lui è ormai un noto scrittore americano in campagna pubblicitaria a Parigi, lei lo incontra quasi casualmente, la scadenza è diventata l'ora del tramonto alla quale lui deve riprendere l'aereo. La sola differenza, in pratica, è che stavolta sarà lui a prendere la fin troppo ovvia decisione, quella di rinviare la sua partenza. Tutto il resto quadra (o meno, a seconda dei punti di vista) nei due film in modo speculare: i nostri divenuti trentenni vagano sullo sfondo della città in un dialogare che verrà (forse) interrotto solo giunti fra le quattro mura di una conclusione lasciata delicatamente in sospeso.

Come il precedente, BEFORE SUNSET è un film che si può apprezzare o detestare: il risultato di un approccio ambizioso e pure intelligente che arrischia ad ogni istante di precipitare nella banalità e nella superficialità di un procedimento fin troppo evidente. Julie Delpy e Etan Hawke sono dei buoni attori, e sulla qualità del loro logorreico chiacchiericcio è forse meglio non entrare in merito. Tanto si contraddice fra naturalezza e luoghi comuni, filosofia forse saggiamente spicciola del presente e qualche smorfia dei due che dovrebbe lasciarci credere che il tutto sia ripreso dal vivo.

Piuttosto: che quello di Linklater sia un cinema tutto di sceneggiatura non ci corre. Ma se è vero, com'è sacrosanto da sempre per il vostro cronista, che un film, la sua storia, i suoi personaggi si significano sull'ambiente che fa da sfondo (sia esso un paesaggio infinito o le quattro mura spoglie) allora tutto l'impianto di BEFORE SUNSET, arrischia di dar ragione agli scettici.

Nulla di più convenzionale, infatti, di più falso e perbenista di quella Parigi che fa da sfondo: giardinetti ben curati e l'artificiosità delle Halles, la Senna coi pescatori della domenica e la gita sul battello, il cortile con l'edera che si arrampica fino alle finestre dei gerani, il gatto che aspetta sulla soglia e la chitarra da accarezzare. Mah.