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DE-LOVELY
(DE-LOVELY)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 2 novembre 2004
 
di Irwin Winkler, con Kevin Kline, Ashley Judd, Jonathan Pryce (Stati Uniti, 2004)
 
Night and Day, Easy to Love, Let's do it, Anything goes, I love you under my skin, Let's fall in love, Beguine the beguine, It was just one of those things, Love for sale, I get a kick out of you… L'infilata straordinaria delle canzoni inventate da Cole Porter traduceva un segno classico, un itinerario inserito nei canoni della tradizione culturale americana. Al tempo stesso, inserito e attento ai segni della modernità annunciata di quegli anni Venti, costantemente inventivo e incurante dei rischi che ciò comportava. Tutto il contrario del film ingessato (quanto politicamente corretto e – forse per questo?- inserito nella serata di chiusura dell'ultimo festival di Cannes) che Irwin Winkler gli ha cucito addosso.

Forse li abbiamo dimenticati gli azzardi e le innovazioni (espressive, ma non solo) che si nascondevano dietro le pieghe degli schemi solo apparentemente consueti che hanno reso immortali le commedie musicali dei Minnelli, Cukor o Bob Fosse. In DE-LOVELY, non un filo fuori di posto; proprio come nella capigliatura al gel di Kevin Kline che nel film si da (fin troppo) da fare. Non una sorpresa, una trovata che venga a perturbare quell'ordine che ha deciso, una volta per tutte, che il film doveva nascere e crescere nel segno della misura e della presunta eleganza.

Lo sposo Cole (alla comprensiva musa Linda Lee; la quale, proprio all'opposto di quanto illustrato nel film, aveva quindici anni in più del compositore) diventava sempre meno bisessuale e sempre più omo? Ipocrisie, tradimenti, malattie, aborti e estorsioni si sostituivano progressivamente alle apparenze patinate? Il film prosegue imperturbabile per i sentieri prefissi di un mestiere che, una volta tanto all'interno della gloriosa tradizione dell'artigianato hollywoodiano, finisce per essere stucchevole. Fra le pieghe di una pigra sceneggiatura che rispolvera il procedimento dell'esame all'entrata del Paradiso; di una recitazione, vedi Ashley Judd, incartata; persino di un trucco, vedi quello del nostro, che lo trasforma in mastro Geppetto. DE-LOVELY sarà anche misurato ed elegante. Fra gli interpreti delle canzoni, forse nel tentativo di rendere meno celebrativo il monumento, ci sono interpreti moderni di lustro come Robbie Williams, Elvis Costello o Diana Krall. Ma quell'infilata di perle meritava qualcosa di più.


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