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ANYTHING ELSE
(ANYTHING ELSE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 15 ottobre 2003
 
di Woody Allen, con Woody Allen, Jason Biggs, Christina Ricci, Danny De Vito, Jimmy Fallon, Diana Krall (Stati Uniti, 2003)
 
Woody, ebreo e paranoico, come no, ha trovato il proprio alter-ego al quale dispensare la propria saggezza in materia: il giovane scrittore Falk, rifiutato sessualmente dalla forse frigida, magari ninfomane, sicuramente volubile fidanzata, immiserito dalla presenza ingombrante di una mamma yiddish inedita, il procuratore fallito. Sembra un giochetto, "un altro" piccolo Allen (e grande, unico, in tutto il cinema americano, ad essere incredibilmente presente ogni anno, con una sua opera personale, indipendente, in un universo che nega ormai il concetto dell'Autore, totalmente costruito sul calcolo del marketing e del massimo profitto), la sorpresina condita allo charme prevedibile del jazz caro al clarinettista.

Ma no, una volta ancora. ANITHYNG ELSE è la cronaca sorprendente, divertita ma melanconica, quasi rabbiosa di una meravigliosa energia che finisce per coinvolgere tutti i partecipanti. Un processo di filiazione, inutile dirlo semiserio, anzi esilarante come mai: che fa imprimere dal film un'ennesima piccola svolta ad una carriera fatta di straordinarie, impercettibili, ponderatissime piccole svolte. Gli attori sembrano dapprima dei comprimari, un po' scialbi; destinati, com'è successo in passato, a prolungare il desiderio del nostro. Invece, il regista concede loro un peso sempre più importante: e ci accorgiamo allora non soltanto di quanto siano bravissimi Jason Biggs, Christina Ricci, Danny de Vito, quasi assorbiti da quel trasfer generazionale. Ma di come avvenga, all'interno di quello scherzetto, il passaggio di un contrappunto malizioso ed incantato: di tutta quella fragilità sentimentale, laboriosità esistenziale, colpevolezza sociale che hanno reso indimenticabile l'omino. Quei personaggi sono visti come un prolungamento della personalità del Woody Allen che abbiamo amato: sono gli eredi di tutte le manie, le battute, le suocere e le frustrazioni patite. Quasi che l'età, l'aspetto raggrinzito sottolineato con un piacere sadico, avessero trovato nuovi sbocchi per rigenerarsi, in una poetica senza fine.


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