Ora, non è che BANDITS entri a far parte della ristretta cerchia di quei capolavori. E, probabilmente non ne ha nemmeno la pretesa: con i suoi schemi abituali e pure tirati un po' tanto per le lunghe dei due mattocchi che assaltano gentilmente le banche di provincia armati di aggeggi di plastica. Prima di innamorarsi della medesima bambola (che dico, determinata e volitiva moglie giustamente scocciata, i tempi non sono più quelli). Prima di un bel finale, salutare proprio perché imprevisto, e che non vi racconterò di certo.

Ma se BANDITS risulta una delle commedie più gradevoli fra le molte dalla pubblicità usurpata in circolazione (a cominciare dal BRIDGET JONES) lo deve alla bravura con la quale Barry Levinson è riuscito, dietro all'apparente facilità di un prodotto disinvolto, a fondere l'umorismo scoppiettante della commedia alla sofisticazione raffinata e sexy che richiede l'epoca oltre che al ritmo incalzante del film d'azione e del suspense per gioco. I dialoghi sono spassosi; e resistono, prova del nove della loro solidità, alla solita banalizzazione operata dal doppiaggio. Il gioco a rimpiattino fra i sentimenti ed i desideri dei componenti del trio è non solo arguto, ma pure intelligente: visto che i due birbanti sono assolutamente complementari, nei pregi come nei difetti, agli occhi della signora. E per chi non sa rinunciare alla dinamica dell'azione, BANDITS fila via senza dover ricorrere agli ormai poco sorprendenti effetti speciali.

Se riusciti, film come questi sono fatti apposta per mettere in luce gli attori. Che, regolarmente, fanno meraviglie: uno dei migliori Bruce Willis da tempo, il curioso Billy Bob Thornton dei fratelli Coen e la sontuosa quanto pimpante Cate Blanchett sembrano divertirsi un modo. Senza rinunciare ad essere pure fichi.