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BREAD AND ROSES Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 1 agosto 2000
 
di Ken Loach, con Adrien Brody, Elpidia Carillo, Pilar Padilla, George Lopez (Gran Bretagna, 2000)
 
Si potrà dire ciò che si vuole. Che non ha mai vinto una palma a Cannes, e nemmeno una posizione di privilegio in quelle discutibili classifiche che decretano i 100 migliori film del secolo. Che con il realismo non si potranno mai superare determinate dimensioni poetiche; che le sue storie ed i suoi personaggi non cambiano mai. Tutto vero: come il fatto che ormai di un film si dica che è fatto "alla Loach". E che quando si penserà alle immagini in movimento dedicate alla condizione sociale del nostro tempo, alle aspettative politiche che la riguardavano, sarà difficile non cominciare dalle sue parti.

Qui, da britanniche, per la prima volta si sono fatte statunitensi. Nella Los Angeles degli immigrati clandestini messicani, dei lavoratori delle imprese di pulizie, impiegati con paghe orarie che in quindici anni sono scese (sic) da otto a cinque dollari. Fra quegli allegroni (i latinos, si sa, cantano e ballano) privi delle più elementari conquiste del welfare, Loach si comporta come sempre: li lascia vivere, filmandoli come fosse sempre stato uno di loro. Poi, però, gli basta un dettaglio insignificante per far salire il tono: come un paio di foto da mostrare a quei bambini che parlano ormai inglese; e che gli ultimi scaricati dalla mafia criminale dei trasportatori raccontano dei parenti, perché non siano dimenticati al paese. La vicenda è cosi semplice (le rivendicazioni sindacali come nel cinema didattico degli anni Trenta), le situazioni cosi banali da parere a molti insignificanti: ma è anche insegnando alla protagonista come si pulisce la soglia di un ascensore con la punta di un cacciavite che ci si insinua nella memoria. E nel cinema di Loach è proprio quella banalità quotidiana a farsi schema; a trasformarsi in energia, in logica ed emozione. Nella sequenza chiave, che mette a confronto la giovane protagonista con la sorella che non crede nei sindacati ed ha tradito, questa confessa. Gridandole però in faccia che i soldi inviati per mantenere tutti al paesello non provenivano proprio dal cielo; ma dal marciapiede.

"Vogliamo pane, e anche rose. Quelle che rendono bella la vita", recita l'ultimo capitolo del cinema di Ken Loach. Che, unico come sempre, è capace di andare oltre l'esposto predicatorio: a mostrare che non sono tanto gli individui a fare il brutto ed il bello. A condizionare le regole della morale, alla quale tanto volentieri ci riferiamo. Ma il sistema: del quale tutti, rappresentanti di quello che crediamo essere il Bene ed il Male, siamo inesorabilmente prigionieri.


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