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di François Dupeyron, con Eric Caravaca, Isabelle Renauld, Jacques Dufilho, Jean-Pierre Darroussin
(Francia, 1999)
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Come non aderire ad un film che onora l'attaccamento alla terra, al senso primordiale della sopravvivenza, alla famiglia, la solidarietà e via dicendo? Come non ammirare la determinazione - sicuramente l'onestà - con la quale il regista segue la sua rettissima via? O non aderire ad un discorso che si articola dapprima (nella sua parte migliore) con forza ed emozione sulla quella condizione contadina spesso teoricizzata (i debiti, la semina, il raccolto, l'inquinamento, la mucca pazza, il mais transgenico, il suicidio...) per poi scivolare progressivamente in una riflessione sulla vita, il lavoro, l'amore o la morte? Film encomiabile, dunque. Come quelle albe silenziose, filmate con insolita, esasperata contemplazione, mentre fra nonno e nipote si trasmettono misteriose quanto evidenti trascendenze. O quei parti di vitellini premurosamente leccati, o ancora incontri amorosi sempre più intimizzati. Eppure, affiora fastidiosamente un certo qual volontarismo nel film, una sorta di buonismo che arrischia di farne un pistolotto dimostrativo. (primo premio a San Sebastian 1999)
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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