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di Valerij Ogorodnikov
(Russia, 1999)
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Pardo d'argento, Locarno 1999 |
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Estate 1953, a Satka, piccola località a sud degli Urali, a metà strada tra la Russia devastata dalla guerra e i gulag siberiani. Olga, ventitré anni, unica sopravvissuta di una famiglia decimata dall'assedio di Leningrado, viene inviata in coabitazione, come "Rappresentante del Popolo", in una baracca dove non conosce nessuno. Nella promiscuità delle baracche del titolo, l'amalgama è lo stile, la regia, la fotografia. Raffinato acquario estetico fatto di colori che stemperano nel bianco e nero (il che non deve troppo meravigliare, visto che si tratta del direttore della fotografia di Paradjanov...). Dagherrotipi datati che affondano nella grana della pellicola. Brillante contenitore: che sfugge all'estetismo, riempito com'è di un'umanità brulicante, di una commedia umana dalla vasta tipologia. Ahimè, sovente indecifrabile: un caleidoscopio di personaggi, di situazioni (come spesso nel cinema russo) che forzano la nostra ammirazione. Ma la nostra emozione? Il nostro coinvolgimento? Pardo d'argento, Locarno 1999.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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