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BOOGIE NIGHTS - L'ALTRA HOLLYWOOD
(BOOGIE NIGHTS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 12 ottobre 1998
 
di Paul Thomas Anderson, con Burt Reynolds, Mark Wahlberg, Julianne Moore (Stati Uniti, 1997)
 
Dieci anni fa, Paul Thomas Anderson era poco più di un ragazzino: eppure, con una modesta videocamera si era già ingeniato a dire la sua su un soggetto che deve stargli particolarmente a cuore, il cinema porno. Quel falso documentario, intitolato THE DIRK DIGGLER STORY, s'ispirava alla vicenda disgraziata di John Holmes, eroe mitico per gli amatori del genere, deceduto nel frattempo di AIDS, certo di passare comunque alla storia per la leggendaria dimensione dello strumento al quale doveva la propria fama, 33 centimetri per chi volesse attenersi ai fatti.

In questo lungometraggio (il secondo di Anderson) ritorna non solo il soggetto, che dovrebbe essere la biografia di Holmes: ma pure il favoloso strumento, che ci sarà mostrato, tanto dirvelo subito, ormai in fase calante verso la fine del film. Tutto merito suo, comunque, se il protagonista di BOOGIE NIGHTS (un bravissimo esordiente, Mark Wahlberg; che si è fatto le ossa nella pubblicità sexy degli slip di Calvin Klein...) potrà permettersi di non preoccuparsi eccessivamente della propria scarsa propensione agli studi: perché c'è chi (un regista, più padre di famiglia bonaccione che demiurgo perverso, interpretato da un Burt Reynolds bravamente riciclato) è pronto a valorizzarne altri - è il caso di dirlo - attributi.

Tutto questo preambolo per farvi credere che BOOGIE NIGHTS è quello che non è: un film sull'industria della pornografia cinematografica, nella Hollywood a cavallo fra gli anni Settanta ed Ottanta. E per cercare di dirvi che l'interesse di questo film irrisolto, soltanto a metà riuscito, ma certamente stimolante ed originale sta proprio in questo suo rifiuto delle proprie apparenze. Se l'interesse, si fa sempre per dire, del cinema pornografico consiste infatti nel piacere della trasgressione, del frutto proibito (che poi il prodotto, per la sua frettolosa mediocrità, si affretta immancabilmente a distruggere; ma questo è un altro discorso), quello del film di Anderson si costruisce proprio sul contrario. Sull'assenza di colpevolezza, sul rifiuto dell'ambiguità, della perversione e pure del moralismo.

I professionisti del sesso di BOOGIE NIGHTS lo sono infatti in senso letterale: artigiani di un lavoro ben fatto, agli antipodi del piacere e dell'emozione che procurano normalmente le faccende attinenti la sessualità, desiderosi più di godersi il sole ed i long-drink californiani attorno alla solita piscina che preoccupati per i risvolti morali delle proprie evoluzioni, rassicurati soprattutto dal fatto di ritrovarsi finalmente coccolati, in seno a quella tradizionale "grande famiglia" che tribolate origini aveva loro negato.

È una pittura d'epoca, fatta di ambienti, di musiche, giovanotti in pantaloni a zampa d'elefante quella che l'autore filma mirabilmente. Ma è la visione di qualcuno che a quei tempi era appena nato: e che oggi filma quella realtà tutto impregnato (forse, un po' troppo impregnato) dal cinema corale di un Altman, dal virtuosismo alla steadycam di uno Scorsese.

Visione abilissima, e non sempre rigorosa: ma che Anderson conduce sul filo dell'intimità con personaggi che non vengono mai giudicati; con situazioni che vengono vissute con generosità affettuosa, ed in definitiva pagante. E una golosità cinematografica che ricorda quella di Tarantino: come nella sequenza un po' gratuita ai fini del racconto, ma straordinaria, godibilissima, quando i nostri balordi tentano di rapinare un eccentrico tossicomane.

Svitato ma non troppo, seducente fin troppo, spregiudicato ma non come si poteva supporre, BOOGIE NIGHTS lo è per due terzi. Poi, improvvisamente, parte per la tangente: quella che non t'aspettavi, dell'altare e della polvere, dell'idolo in limousine che per eccesso di coca eccetera, quella che proprio conoscevamo da un pezzo.

L'eccesso di fiducia del protagonista che finisce per stingere su quella dell'autore, l'eccesso di savoir-faire, l'eccesso di gioventù? Se, a colpi di eccessi, BOOGIE NIGHTS non è proprio un grande film, Paul Thomas Anderson regista piuttosto grande arrischia di diventarlo.


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