Perché - come dice il regista - un ispettore di quel genere può avere accesso agli atti più intimi della vostra vita; nei confronti del quale si può essere tenuti a giustificare il più banale dei vostri modi di agire . Perché il cinema di Atom Egoyan è un atto essenzialmente voyeuristico: ed EXOTICA è filmato come un lungo striptease. Sappiamo esattamente come andrà a finire: ma ci affascina il rituale, il contrasto tra le nostre aspettative e la realtà.

C'è innanzitutto, in EXOTICA, la seduzione. Entriamo in questo night costruito come un labirinto, come un assieme di gironi infernali fatto di passerelle, di specchi attraverso i quali si è liberi (o, piuttosto, costretti) ad osservare, di sotterranei foderati di morbido kitsch, guidati dalle luci, dai suoni, accompagnati da una musica calcolata, placentare, che non ci abbandonerà più. Allo stesso modo, impareremo a conoscere gli altri ambienti (che, come in tutto il cinema più significativo, sono loro ad imporre, a significare la storia; e non il contrario), l'opera ed i suoi sorprendenti frequentatori, il negozio degli acquari gialli e verdi, dai quali - a tratti - rigurgitano risonanze ed inquietudini antiche, che poi scopriremo essere banalmente i salti di un pesce grasso come una carpa.

Soprattutto, da queste frequentazioni affascinanti, impareremo a conoscere i personaggi. O, meglio, le relazioni che esistono fra loro: i fili sottili, ma sempre più chiari, che li avviluppano. I rapporti di forza, di debolezza, i rinvii verso le loro preoccupazioni, le loro turbe: sempre moltiplicati, poiché una scoperta che sembra definitiva apre le porte ad un'altra serie - che indoviniamo incalcolabile - di nuove interpretazioni, d'infinite fuga in avanti.

Contrariamente ad un mistery-film che potrebbe anche essere un film fantastico, EXOTICA è un film fantastico che potrebbe essere banalmente ridotto ad un giallo: quello di un presunto maniaco sessuale che è invece un padre colpito da una terribile perdita, e che cerca di capire le motivazioni del vero assassino. Ma, sul filo degli strip allusivi della lolita del night (la bravissima Mia Kirshner) è tutta un'altra chiave che ricercano gli spettatori di Egoyan: per cui, alla fine, non avrà molta importanza aver risolto più o meno bene un enigma che non è quello del film.

No, la soluzione del piacere dello spettatore non è di quel genere. Sta nell'essere rinviato da un protagonista all'altro, come in un montaggio ipnotico che si affidi alle pulsioni segreti dei personaggi. Nella sua impossibilità di cogliere, poi di afferrare, di trattenere queste pulsioni. Ma nella sua convinzione che questo modo di avanzare, un po' a tentoni, un po' sul filo anche banale di una inquadratura, di una musica invitante, finirà comunque per avvicinarlo (mai completamente, mai soddisfacentemente) alla preziosa intimità dei personaggi."