Poliziotto psicopatico perseguita pacifico professionista, nel tentativo di sedurne la moglie: ABUSO DI POTERE ha molti punti in comune con il chiacchieratissimo UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA. Primo fra tutti quella che potremmo definire la filosofia spicciola del do it yourself: poiché tutta la scala che dovrebbe garantire la nostra libertà (dalla polizia alla giustizia, per non parlare della politica) è stolta e corrotta, all'onesto cittadino non rimane che farsi giustizia da sé. Il secondo punto in comune fra i film di Jonathan Kaplan e di Joel Schumacher è quello di essere sospinti da un'abile regia, ma resi ambigui da sceneggiature non certo lucidissime. Il che, considerato l'argomento, arrischia sfracelli. E fra i due, è ancora quello di maggior successo (ma che il pubblico abbia davvero ragione?) a giocare le carte migliori: perché meno legato di quello di Kaplan agli schemini del film di genere.
L'ottimo Michael Douglas ha perlomeno il merito di dubitare della propria crociata in nome dei valori che hanno fatto grande l'America: e che immigrati, omosessuali ed emarginati vari starebbero definitivamente distruggendo. Nell'intelligente finale, UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA mette bene in scena lo smarrimento (e non di certo lo spirito biecamente vendicativo) di un protagonista che vive piuttosto la perdita della propria identità.
Nella sua apparente innocenza, ABUSO DI POTERE vende tranquillamente l'anima alla legge del thriller (risaputo). Compresa, ovviamente la propria morale: nella generale idiozia, al povero Kurt Russell non rimane che affidarsi alla forza dei soldi del suo avvocato (per pagare la cauzione fissata dal giudice sciocco) e della sua pistola.
Per riparare, oltre tutto, i danni provocati da una moglie sexy ma veramente fin troppo bonacciona.