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ANNA GÖLDIN, L'ULTIMA STREGA
(ANNA GÖLDIN LETZTE HEXE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 13 aprile 1992
 
di Gertrud Pinkus, con Cornelia Kempers, Rüdiger Volger (Svizzera, 1991)
Svizzera, è tempo di risvegli: e non tutti sono piacevoli. Questo primato dormicchiava dal lontano 18 giugno 1782, fra le pieghe accomodanti dei libri di testo: è in quella data che fu giustiziata, nel canton Glarona, l'ultima delle streghe condannate in Europa da un'autorità civile.

Gertrud Pinkus, che aveva esordito nell'80 con un documentario dal titolo eloquente, IL VALORE DELLA DONNA E' IL SUO SILENZIO, di queste cose sembra intendersene: ed il primo merito del suo film è quello di non limitarsi agli abituali orrori delle inquisizioni, esorcismi, torture ed esecuzioni dal folclore vario. Ma di raccontare la storia di una poverina che prima di essere strega è donna; e, come non bastasse, serva. Al patibolo ci va non tanto per superstizione e imbecillità: quanto per l'ipocrisia, la perversione, l'ignominia delle differenze sociali e razziali

Il resto, in quella specie di ombelico fra le montagne, cosi belle e terribili quando scende la nebbia, non è difficile da immaginare. E la nostra Anna, che era lungi dall'essere stupida o scarsamente informata (capita proprio a lei di sentirsi dire che nelle contrade non troppo distanti di Francia sta per tirare un'aria diversa) ha un bell'essere servizievole, affettuosa e persino guaritrice. Quando riesce a riaggiustare il piede della sua piccola protetta, ai benpensanti della zona non rimane che concludere che questa è la miglior prova della sua stregoneria.

Come succede spesso nel cinema svizzero c'è qualche orpello di troppo. Ma la Pinkus fa suo un segreto che dovrebbe essere di tutti: quello che per riuscire una storia basta saperla inserire in un ambiente. I suoni che salgono dalla natura, le luci che scendono dalle montagne, il verde dell'estate che scolora nell'autunno, seducono ed incombono al tempo stesso: nella loro immutabile, ambigua bellezza ci dicono che qualcosa è cambiato. Ma che troppo è rimasto al suo posto: con qualche Anna Göldin a disposizione, da bruciare sul rogo delle nostre prerogative.


   Il film in Internet (Google)

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